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Endocrinologia

Ipotiroidismo e gravidanza, dalla terapia nessun rischio

18/07/2017

Che relazione c’è tra gravidanza e ipotiroidismo? Cosa succede a una donna ipotiroidea che porta avanti una gravidanza e cosa deve fare per la gestione di questa condizione? Ne parliamo con la dottoressa Simona Nava, ginecologa di Humanitas San Pio X.

Con la gravidanza la funzione tiroidea cambia: «La gravidanza richiede alla tiroide un lavoro maggiore. Pertanto, se una donna è lievemente ipertiroidea, di solito non si interviene e la funzionalità tiroidea si assesta al nuovo fabbisogno; se invece l’ipertiroidismo è eccessivo allora è necessario il trattamento farmacologico», spiega la dottoressa Nava.

E se invece la futura mamma è ipotiroidea? «La richiesta che l’organismo fa alla ghiandola di aumentare la sua funzione non viene soddisfatta e con l’avanzare della gestazione l’ipotiroidismo può peggiorare», risponde la specialista.

(Per approfondire leggi qui: Ipotiroidismo, quali alimenti preferire?)

L’associazione tra ipotiroidismo non trattato e rischi per il feto è nota ma per i casi più gravi si tratta di una eventualità oramai non più all’ordine del giorno: «Ci riferiamo al cretinismo, una condizione caratterizzata da ritardo cognitivo che colpiva in passato i figli di donne con ipotiroidismo franco e non trattato, per esempio le donne con il gozzo».

L’ipotiroidismo può anche manifestarsi in gravidanza

Quello che è comunque rilevante è la diagnosi di un ipotiroidismo “silente”: «Di recente alcuni studi scientifici hanno suggerito una relazione simile tra ipotiroidismo subclinico, ovvero non diagnosticato, e ridotte capacità cognitive dei bambini». Per questo è importante rilevare un eventuale lieve ipotiroidismo nelle donne che hanno avviato una gravidanza: «È sufficiente il dosaggio del TSH, l’ormone prodotto dall’ipofisi con cui si stimola l’attività della tiroide», ricorda la specialista. «Se i valori del TSH sono aumentati si prescrive una terapia ormonale sostitutiva che spesso viene portata avanti solo in gravidanza e abbandonata dopo il parto».

«Si tratta di un esame molto importante perché l’ipotiroidismo potrebbe esordire proprio in gravidanza se la funzione tiroidea è al limite. In questo caso i sintomi tipici della disfunzione tiroidea come la stanchezza non sono utili per la diagnosi perché si manifestano tendenzialmente in ogni gravidanza».

(Per approfondire leggi qui: Anemia in gravidanza, donne a rischio ipotiroidismo)

In generale con l’ipotiroidismo la tiroide produce meno ormoni di quanto necessario per mantenere il metabolismo a un livello adeguato. A fronte di questa condizione il metabolismo rallenta e la paziente può manifestare sintomi che vanno dalla debolezza alla stipsi dalla riduzione dell’appetito all’aumento di peso. Basta però aderire scrupolosamente alla terapia per controllare i sintomi e regolare la funzionalità della tiroide.

Ormoni, tiroide e gravidanza

Una donna già ipotiroidea potrà affrontare una gravidanza in tutta tranquillità. L’assunzione di ormoni tiroidei per l’ipotiroidismo proseguirà infatti anche con il pancione «e senza rischi per la salute della futura mamma e del feto», ricorda la dottoressa Nava. «I farmaci per l’ipotiroidismo sono sicuri, a differenza dell’ipertiroidismo: in questo caso la paziente dovrà verificare con l’endocrinologo o il ginecologo che il farmaco assunto non è pericoloso per il feto».

La terapia sarà solo ridefinita dal medico: «Gradualmente, nel corso della gravidanza, la terapia viene incrementata alla luce dei valori del TSH. Se questi salgono, salirà anche il dosaggio ormonale», conclude la dottoressa Nava.

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