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Mal di schiena, cosa fare prima di assumere i farmaci?

24/06/2017

Il mal di schiena è tra i disturbi più comuni in tutto il mondo. Rientra, inoltre, tra le principali cause di disabilità e di perdita di anni di vita trascorsi in buone condizioni di salute. Il suo trattamento prevede sia il ricorso ai farmaci che a terapie non farmacologiche, sempre con lo scopo di lenire il dolore. Ma prima di arrivare agli antidolorifici cosa si può fare? Ne parliamo con il dottor Cristiano Sconza, specialista in riabilitazione ortopedica di Humanitas.

Secondo il Global Burden of Disease del 2016 pubblicato su The Lancet, nella popolazione tra i 15 e i 39 anni di età, il mal di schiena è fra i cinque motivi di disabilità assieme all’anemia da carenza di ferro, alle malattie dermatologiche alla depressione e all’emicrania. A volte la lombalgia è molto limitante e può pregiudicare seriamente la qualità di vita di chi ne soffre.

(Per approfondire leggi qui: “Mal di schiena, meglio lo zaino della borsa porta computer”, vero o falso?)

Consideriamo un paziente tipo, giovane e con lombalgia aspecifica: «Se il mal di schiena non è dovuto a una patologia o condizione specifica, dall’ernia discale alla frattura, ad esempio, è nella maggior parte dei casi conseguente a sovraccarico muscolare, quindi su base mio-tensiva, o dovuto a problematiche di natura posturale. Spesso questi due ordini di motivi coesistono», spiega il dottor Sconza.

Se la causa del mal di schiena è di origine muscolare, come si può intervenire?

«Se non sono associate problematiche posturali evidenti, la prima linea di intervento è la terapia fisica antalgica. Si può ricorrere all’elettroterapia antalgica, ad esempio la TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation) che sfrutta lievi impulsi elettrici cutanei per ridurre gli stimoli algogeni ed alleviare il dolore muscolare; a questa si possono associare altre terapie quali l’ultrasuonoterapia o la laserterapia, mirata in alcuni casi sui trigger point, cioè su punti specifici di dolore nelle problematiche di origine muscolare e fasciale. Un’altra terapia efficace soprattutto nella fase acuta del dolore cervicale o lombare è l’ipertermia, la quale consente di sviluppare il calore necessario ad ottenere l’effetto terapeutico di stimolo antidolorifico e di riduzione della contrattura muscolare in una determinata area e ad una profondità desiderata».

Anche i massaggi possono essere utili? «La massoterapia può affiancare con beneficio questi trattamenti specie per la sua importante funzione decontratturante», risponde l’esperto.

Queste opzioni terapeutiche vengono impiegate nella fase acuta del dolore: «In questo caso il mal di schiena potrebbe anche risolversi spontaneamente, ma le terapie sono utili in quanto velocizzano e controllano il processo di guarigione, si riduce il rischio di ricomparsa del dolore e soprattutto  si previene il rischio di cronicizzazione».

Se invece il mal di schiena è associato a delle problematiche posturali?

«Si valuta con attenzione la condizione della colonna e la postura del paziente. L’obiettivo in questi casi è infatti la rieducazione alla corretta postura e questo si può ottenere solo mediante specifico trattamento fisioterapico. È importante che il soggetto impari gli esercizi con l’assistenza iniziale del fisioterapista per poterli poi praticare con costanza in autonomia: fare questo tipo di attività ha lo scopo di prevenire la ricomparsa di episodi acuti di dolore e creare un nuovo modo di mantenere la propria postura nei movimenti tipici della giornata, riducendo sovraccarichi e movimenti errati della colonna. In questi casi è verosimile che, se si trascura la fisioterapia oppure non si ha la costanza di proseguire quotidianamente gli esercizi appresi, il mal di schiena potrà ripresentarsi», sottolinea il dottor Sconza.

(Per approfondire leggi qui: Mal di schiena, una mano da yoga e agopuntura?)

Oltre alla fisioterapia cos’altro si può fare? «La fisioterapia rimane il cardine del trattamento, ma ad esempio può essere eseguita in un altro contesto, in acqua. E’ infatti molto efficace la idrokinesiterapia: si praticano degli esercizi in acqua sfruttando la riduzione del peso corporeo sulla colonna stessa e l’effetto miorilassante dell’acqua calda. Infine, per prolungare i benefici della fisioterapia, si possono praticare discipline come il pilates o il nuoto che, lavorando in maniera aspecifica sul movimento, possono comunque dare stimoli utili al benessere globale del corpo e della colonna vertebrale. Tuttavia non si può fare affidamento solo su queste discipline se si vuol trattare la lombalgia», conclude lo specialista.

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