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Fegato, i cibi che lo proteggono

15/02/2017

Oltre a contenere di molto il consumo di alcol e l’apporto di grassi saturi, in che modo possiamo proteggere il nostro fegato? Grazie a quali cibi possiamo mantenerlo in salute? Ne abbiamo parlato con il dottor Roberto Ceriani, responsabile di Day Hospital epatologico ed Epatologia interventistica dell’ospedale Humanitas.

Il fegato è un organo fondamentale per il benessere generale dell’organismo. Le sue funzioni sono diverse e complesse: è coinvolto nel metabolismo di tutti i principali nutrienti che derivano dall’alimentazione, dai carboidrati alle proteine; produce la bile, responsabile della digestione dei grassi contenuti nel cibo; immagazzina il glucosio, vitamine e minerali come il ferro. Insieme ai reni e al tratto gastrointestinale, infine, il fegato è la “centrale del detox”, il centro deputato alla detossificazione dell’organismo. Far sì che sia in salute è dunque cruciale.

Le crucifere sono da annoverare tra gli alimenti amici del fegato

Cavoli, cavolfiori, broccoli, cavolini di Bruxelles contengono composti come i glucosinolati, molecole che aiutano a eliminare le sostanze tossiche dannose per l’organismo. Oltre al benessere intestinale, le fibre sostengono anche il benessere del fegato. Legumi come le lenticchie, frutta e verdura come carciofi, insalata verde e cicoria che svolgono un’azione detossificante, e cereali integrali, all’interno di una dieta equilibrata, sono tra le fonti di fibra di cui si ha bisogno.

(Per approfondire leggi qui: Fegato grasso, cuore a rischio?)

Dalla parte della salute del fegato ci sarebbe anche il caffè, come ricorda il dottor Ceriani: «Bere più caffè potrebbe contribuire a ridurre l’entità del danno epatico causato dall’eccessiva introduzione calorica e dall’alcool. Dai dati provenienti da vari studi pubblicati che comprendono centinaia di migliaia di pazienti, si calcola che l’assunzione di due tazze di caffè al giorno riducano del 44% e di tre del 57%  il rischio di sviluppare cirrosi epatica».

Perché il caffè potrebbe risultare prezioso?

«Il caffè è una miscela complessa che contiene centinaia di composti e non si sa quale di questi sia responsabile della protezione del fegato. Inoltre, anche se contiene sostanze antiossidanti e con effetti anti-infiammatori, berne una o due tazze al giorno non può riparare il danno sistematico dovuto a diete eccessive, al sovrappeso, all’obesità, alla vita sedentaria e all’eccessivo consumo di alcool», risponde il dottor Ceriani.

«A parte il caffè, non esistono in letteratura dati che riguardino altre sostanze in relazione alla possibilità di diminuire il rischio di evoluzione della malattia epatica. Una dieta ipocalorica ad alto contenuto di proteine animali o vegetali sembra possa ridurre il grasso intraepatico nella malattia steatosica non alcoolica soprattutto se correlata al diabete di tipo 2. Una dieta di questo tipo (30% di energia dalle proteine, 40% da carboidrati, 30% da grassi) riduce il grasso epatico indipendentemente dall’origine delle proteine e dalla riduzione del peso corporeo».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al fegato, il rischio sale se aumenta il girovita?)

«Con proteine di origine animale, rispetto a quelle di origine vegetale, la riduzione del grasso è maggiore. Una dieta di questo tipo è in grado di ridurre i livelli degli enzimi epatici dei markers infiammatori e aumenta la sensibilità all’insulina. Diete iperproteiche non sono però indicate nell’insufficienza renale ma prevengono la perdita di massa muscolare negli adulti più anziani», conclude lo specialista.

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