Nell’ultimo decennio i parabeni, cioè conservanti presenti in molti prodotti cosmetici, creme dermatologiche, dentifrici, colliri, deodoranti ma anche in bendaggi adesivi, detergenti per la casa, lucidi da scarpe, e insospettabilmente anche in condimenti pronti per insalate e altri cibi a lunga conservazione, sono stati al centro di molte polemiche a causa dei loro effetti estrogeno-simili che potrebbero  aumentare il rischio di carcinoma della mammella – spiega dottoressa Alessandra Narcisi, dermatologa dell’ospedale Humanitas. – Anche se ad oggi non esiste ancora uno studio chiaro sulla correlazione dello sviluppo del cancro al seno e l’uso di prodotti che contengono parabeni, in gran parte dei paesi europei è stata regolamentata la concentrazione di parabeni autorizzati nei nei prodotti cosmetici che è dello 0.4% per ciascun parabene e dello 0.8% per l’associazione di parabeni differenti. Nonostante tale regolamentazione, in Danimarca i parabeni sono vietati nei prodotti per bambini e molti laboratori cosmetici  hanno scelto di sostituire i parabeni nei loro prodotti con altri conservanti e di sottolineare tale scelta riportando la dicitura “paraben  free” nelle etichette. Spesso però i  cosmetici senza parabeni contengono altri tipi di conservanti, come i composti alogeno-organici (MDBGN), e sostanze non sempre innocue perché ancora non segnalate nella lista dei conservanti nocivi. Attenzione all’etichetta dei prodotti per l’igiene personale e cosmetici perché esistono comunque sostanze conservanti alternative e sicure tra cui i sorbati, benzoati, benzylalcool, olii essenziali e acido deidroacetico. Ancora più sicuro sarebbe usare prodotti con un involucro che eviti il contatto con i microrganismi esterni, come i prodotti in dispenser, o meglio ancora con formulazioni mono-uso, in maniera da ridurre al minimo l’utilizzo dei conservanti.