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Cervello, la Dieta mediterranea scudo contro l’atrofia?

18/03/2017

La Dieta mediterranea fa bene al cervello. Secondo un nuovo studio pubblicato su Neurology, il volume del cervello delle persone anziane che mangiano “alla mediterranea” diminuirebbe in misura minore e l’atrofia sarebbe meno significativa.

Ricercatori della University of Edinburgh (Scozia) hanno raccolto le informazioni sulle abitudini alimentari di 967 scozzesi di circa 70 anni d’età non affetti da demenza. Di questi 562 sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale a circa 73 anni per misurare volume cerebrale, materia grigia e spessore della corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello. In 401 sono stati nuovamente sottoposti a una seconda risonanza tre anni dopo.

Ignoti gli alimenti protettivi della Dieta mediterranea

I dati della risonanza sono stati confrontati poi con le abitudini alimentari e il grado di adesione alla Dieta mediterranea. Chi non la seguiva perfettamente – è emerso dalla ricerca – aveva un rischio aumentato di andare incontro a una maggiore perdita di volume cerebrale nei tre anni fra le due risonanze rispetto a chi la seguisse con più rigore. Le abitudini alimentari sono state rilevate prima della misurazione del volume cerebrale cosa che suggerisce – dicono i ricercatori – una sorta di possibile effetto protettivo nel tempo della dieta sul cervello.

I risultati persistevano anche dopo aver corretto i dati per altri fattori come età, grado di istruzione, diabete e ipertensione che possono impattare sul volume del cervello. Non è emersa invece nessuna correlazione tra abitudini alimentari e volume di materia grigia e spessore corticale.

(Per approfondire leggi qui: Dieta mediterranea, grassi “buoni” amici di linea e salute)

Cosa potrebbe mediare l’impatto della Dieta mediterranea sul volume cerebrale? Né il consumo di pesce né quello di carne, dicono i ricercatori, smentendo precedenti ricerche, forse altri ingredienti della Dieta o la dieta tutta in sé.

Cosa comporta la riduzione del volume cerebrale e come si può prevenire?

«Un certo grado di atrofia del cervello (dovuta principalmente a perdita di materia grigia, perdita di neuroni e contatti sinaptici) durante l’invecchiamento è fisiologica; questo normale processo di invecchiamento si accompagna a un lieve peggioramento delle facoltà cognitive e della working memory», risponde la dottoressa Elisabetta Menna, ricercatrice di Humanitas e dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr. «Tuttavia sappiamo anche che le abitudini e le esperienze accumulate durante la vita (educazione, una professione stimolante, aver coltivato hobby e interessi e aver praticato attività fisica) sono elementi che condizionano la nostra riserva cognitiva e che ci permettono di preservare le nostre facoltà mentali – soprattutto la memoria – durante l’invecchiamento e l’anzianità».

Anche la dieta è utile, come suggerisce la ricerca?

«Un fattore fondamentale è dato anche dal regime alimentare. Numerosi studi hanno infatti dimostrato come una dieta equilibrata ricca di cereali integrali, verdure a foglia larga, noci e pesce azzurro potesse avere degli effetti positivi nel ritardare gli effetti dell’invecchiamento e riducendo il rischio di sviluppare patologie neurodegenerative. Negli ultimi anni sono state effettuate numerose ricerche scientifiche sia su coorti di pazienti affetti da forme iniziali di Alzheimer, soggetti anziani oppure modelli sperimentalidi malattia per identificare i singoli alimenti, elementi nutrizionali che avessero una valenza positiva o negativa. I risultati di questi studi hanno consentito di stilare una lista di alimenti amici del cervello (brain-friend) e una lista di alimenti che non lo sono e che quindi è meglio ridurre il più possibile».

«I risultati di questi studi hanno consentito di comprendere i meccanismi biologici alla base degli effetti positivi o negativi riscontrati consentendo quindi di sostanziare con evidenze scientifiche i consigli alimentari: molti di questi elementi hanno infatti naturali proprietà antiinfiammatorie e/o antiossidanti o sono molecole essenziali per il funzionamento delle cellule nervose. Nel complesso si ritiene che la dieta mediterranea sia quella che riassume in maniera esemplare le singole evidenze».

(Per approfondire leggi qui: Lo sai che dieci minuti di corsa al giorno aiutano la memoria?)

«Il fatto che un corretto regime alimentare e un adeguata attività fisica siano importantissimi per la salute generale e abbiano una funzione preventiva nei confronti di malattie oncologiche o cardiovascolari è oramai un concetto largamente recepito. Alla luce delle nuove conoscenze è necessario includere anche il cervello tra gli organi che possono beneficiare di buone abitudini e stili di vita estendendo quindi anche alle facoltà mentali i concetti di prevenzione: secondo me un concetto rivoluzionario!», conclude la specialista.

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