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Tumore al fegato, con bassi livelli di selenio aumenta il rischio?

22/02/2017

Per il tumore al fegato tra i noti fattori di rischio ci sono l’infezione da virus dell’epatite B e C, l’abuso di alcol e la sindrome metabolica (sovrappeso, dislipidemia, iperglicemia, ipertensione arteriosa). Evitarli – proteggendosi da queste malattie anche vaccinandosi, consumando alcol con moderazione e correggendo lo stile di vita – significa fare prevenzione. Ma qual è il rapporto tra dieta e tumore al fegato? Dei ricercatori di una università tedesca hanno associato un aumento del rischio di questa neoplasia a bassi livelli di selenio nel sangue.

Un team dell’Ospedale universitario della Charité di Berlino ha analizzato i dati di 477mila partecipanti dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition ); tra questi, nell’arco di un follow up di 10 anni, 121 individui avevano sviluppato un epatocarcinoma, ovvero un tumore al fegato. Il  team ha visto come i soggetti con i livelli più bassi di selenio nel sangue corressero  un rischio maggiore da 5 a 10 volte di sviluppare questa forma di tumore rispetto a chi presentava i valori più alti.

(Per approfondire leggi qui: Tumore al fegato, il rischio sale se aumenta il girovita?)

Lo studio è stato realizzato in collaborazione con lo Iarc di Lione, l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul cancro, e pubblicato su American Journal of Clinical Nutrition.

Dallo studio nessuna indicazione ad aumentare introito di selenio

Il selenio è un minerale presente in alcune specie di pesce come tonno, sogliola e sardine, nei crostacei e nei molluschi, nelle uova, nelle noci brasiliane ma anche nella carne come agnello, bovino e maiale e in alcuni formaggi come grana e parmigiano. Tracce si trovano naturalmente nelle piante e nei terreni di coltivazione, meno in quelli europei rispetto a quelli nordamericani.

La carenza di selenio – suggerisce il principale autore della ricerca – sarebbe tra i maggiori fattori di rischio di tumore al fegato. Tuttavia – aggiunge – lo studio non mostra come una supplementazione di selenio abbia un effetto protettivo diretto nei confronti del rischio di sviluppare tumore al fegato.

Vaccino epatite B aiuta a prevenire tumore al fegato

«Possiamo considerare questa ricerca come un ulteriore richiamo all’importanza di seguire una dieta varia ed equilibrata per la prevenzione oncologica», ricorda la dottoressa Lorenza Rimassa, vice responsabile dell’UO di Oncologia Medica dell’ospedale Humanitas. «Il rischio di tumore al fegato – continua – si può contenere limitando il consumo di alcolici, correggendo lo stile di vita e proteggendosi dalle infezioni da virus dell’epatite C e B, da quest’ultima anche tramite il vaccino».

Come ricorda l’Istituto superiore di Sanità, dal 1991 la vaccinazione per l’epatite B è obbligatoria per i nuovi nati e, fino al 2003, lo era anche per gli adolescenti a 12 anni. La vaccinazione è inoltre fortemente raccomandata per gli adulti a maggior rischio d’infezione, come i tossicodipendenti e il personale sanitario.

(Per approfondire leggi qui: Con le statine, meno rischi di tumore al fegato)

Oltre all’abuso di alcol, cos’altro bisognerebbe evitare per cercare di contenere il rischio di tumore al fegato? « È indicato evitare sedentarietà e sovrappeso: anche l’obesità è stata correlata infatti a un aumento del rischio di tumore al fegato. Per l’alimentazione è utile consumare più frutta e verdura, pesce, legumi e cereali integrali e meno carne rossa soprattutto se lavorata», conclude la specialista.

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