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A tu per tu con la ricerca, incontra gli scienziati al Museo!

30/11/2016

Entrare in un laboratorio, vedere come funziona il lavoro dei ricercatori, quali strumenti usano e quali sono gli obiettivi delle loro sperimentazioni. Tutto questo in un museo. “A tu per tu con la ricerca: Storie di questo mondo” è l’iniziativa in corso di svolgimento al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e che permette di far incontrare curiosi e appassionati con alcuni giovani ricercatori.

I 50 ricercatori protagonisti dei weekend tra gioco e apprendimento sono i vincitori dei bandi 2015 dell’Area Ricerca di Fondazione Cariplo che ha lanciato il progetto Storie di questo mondo. Lo scopo del progetto è proprio quello di raccontare in modo originale le ricerche finanziate dalla fondazione negli ultimi 16 anni e i lavori condotti dagli esperti. Gli scienziati sono stati “addestrati” alla comunicazione con il pubblico – meglio, con i pubblici: adulti, famiglie e scuole – proprio dal Museo Leonardo da Vinci.

Il dialogo tra i ricercatori e i visitatori sarà ospitato nelle sale del museo in quattro fine settimana. Dopo gli incontri del 12-13 novembre e del 26-27 novembre, appuntamento al 3-4 dicembre. Nei giorni 19, 20 e 21 dicembre i ricercatori incontreranno invece gli studenti di 25 classi.

(Per approfondire leggi qui: Cervello, questione di genere? Humanitas alla Notte dei Ricercatori)

Armati di vetrini e microscopi nelle vesti di divulgatori scientifici ci saranno anche i ricercatori di Humanitas che saranno coinvolti proprio nell’ultimo weekend, domenica 4 dicembre: la dottoressa Raffaella Parente e i ricercatori Davide Pozzi e Romana Tomasoni di Fondazione Humanitas per la Ricerca.

Il sistema immunitario spiegato in maniera semplice a bambini e famiglie

La dottoressa Raffaella Parente, dottoranda, è ricercatrice del laboratorio di Immunofarmacologia. La sua attività si concentra nei campi della biochimica applicata e dell’immunologia. E di questo parlerà ai visitatori del museo: «Ci saranno diverse postazioni in cui sarà possibile osservare da vicino con dei semplici microscopi alcuni meccanismi biologici e il modo in cui le cellule del sistema immunitario riescono a fagocitare un agente patogeno. Più semplicemente, spiegherò assieme ad altri ricercatori come funzionano le difese del nostro organismo».

La scelta dei temi e soprattutto le modalità di comunicazione cambieranno a seconda del pubblico che si avrà di fronte: «Ai bambini proveremo a far capire come lavoriamo e con quali strumenti operiamo ricorrendo a delle scatole che rappresenteranno degli “ambienti” biologici: una cellula o un organo, ad esempio. Proveremo a illustrare loro cosa succede all’interno della scatola semplicemente osservandola dall’esterno».

(Per approfondire leggi qui: Mantovani: «Umiltà e studio. I miei consigli per i giovani ricercatori»)

«In questo modo – conclude la dottoressa Parente – vogliamo avvicinare la scienza e il nostro lavoro al grande pubblico, per scendere da quel piedistallo su cui spesso ingiustamente noi ricercatori veniamo collocati. Grazie al corso di divulgazione abbiamo capito al contempo come sia complicato dialogare con “i non addetti ai lavori” ma anche quanto sia semplice farlo ricorrendo a un linguaggio semplice e accessibile. Così ci siamo resi conto di come la gente comune ci capisce, ci ammira anche, e ci aiuta a trovare soluzioni utili per tutti».

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