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Parti pre-termine, gli intervalli fra le gravidanze sono un fattore di rischio?

22/09/2016

Il 25% dei parti pre-termine potrebbe essere evitato guardando a questi tre elementi: gli intervalli di tempo fra le gravidanze, l’Indice di massa corporea delle mamme prima della gestazione e i chili che la donna prende nei mesi di gravidanza. Tutti questi fattori di rischio sono modificabili e riducono il rischio di parti prematuri.

Un gruppo di ricercatori del Children’s Hospital Medical Center di Cincinnati (Stati Uniti) ha condotto uno studio sui registri di nascita in Ohio dal 2006 al 2011 valutando circa 400mila parti singoli. I ricercatori hanno guardato a questi fattori di rischio per misurarne l’impatto sull’esito della gravidanza. Per parti pre-termine si intendono quelli precedenti alle 37 settimane di gestazione.

(Per approfondire leggi qui: Gravidanza, dieta sana e attività fisica per controllare l’aumento di peso)

I maggiori rischi, dicono i ricercatori, li corrono le donne sottopeso prima della gravidanza, quelle che aumentano poco di peso in gravidanza o quelle che portano a termine delle gravidanze intervallate da periodi più brevi di tempo. Anche un eccessivo aumento di peso nelle donne già obese è a sua volta un elemento di preoccupazione.

Dall’analisi dei dati è emerso che i fattori di rischio di parti prematuri potenzialmente modificabili riguardavano oltre il 90% delle donne. Meno della metà delle future mamme avevano cominciato la gravidanza con un peso normale e solo il 32% aveva raggiunto la soglia di chili raccomandata in gravidanza. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Maternal and Child Health Journal.

Qual è il peso ottimale che le donne dovrebbero raggiungere in gravidanza?

«In linea generale l’aumento ponderale considerato ottimale in gravidanza è tra gli 8 e gli 11-12 kg. Va però tenuto conto anche delle condizioni di partenza della futura mamma. Alla donna fortemente sottopeso può essere concesso qualche chilo in più. Al contrario, nella donna sovrappeso o obesa, l’aumento ponderale può essere molto minore, anche di solo 5-7 kg in tutti i 9 mesi di gestazione», risponde la dottoressa Elena Zannoni, ginecologa e responsabile del Servizio di Chirurgia conservativa ed endoscopica dell’ospedale Humanitas.

(Per approfondire leggi qui: Gravidanza, qual è la migliore alimentazione nei nove mesi d’attesa?)

«Nella donna normopeso – aggiunge – l’apporto calorico giornaliero dovrebbe essere pari a quello fuori gravidanza nel I trimestre, per poi aumentare gradualmente nel II° e III° trimestre (circa 250 kcal/die in più nel II° trimestre e circa 500 kcal/die in più nel III°). In pratica una donna normopeso nel II°/III° trimestre dovrebbe avere un apporto giornaliero di circa 2000/2500 calorie. È importante assumere frutta e verdure fresche, evitare cibi grassi e condimenti, limitare l’uso degli zuccheri. Sono vietate le bevande alcooliche. Buona regola: “mangiare poco e spesso” (frazionare i pasti in 5 volte al giorno)».

Quali sono gli altri fattori di rischio di parto pre-termine?

«Sicuramente la gemellarità e alcune patologie della gestazione come il diabete o l’ipertensione. Un fattore molto importante è l’anamnesi di pregresse gravidanze esitate in parti pre-termine. Inoltre vanno considerati come fattori di rischio: l’età materna inferiore a 18 anni o superiore ai 40 anni, l’appartenenza a fasce socio/culturali più basse, le infezioni, il fumo di sigaretta, l’utilizzo di droghe, attività lavorative pesanti. Dalla letteratura emerge anche che le donne dal colore delle pelle nera sono più a rischio rispetto a quelle di etnia bianca», conclude la dottoressa.

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