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Melanoma, l’azione di una molecola ne ostacola la crescita

24/08/2016

Una piccola molecola in grado di contrastare la crescita del melanoma è stata individuata da un team di ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale Tumori “Pascale” di Napoli in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. La molecola giocherebbe un ruolo determinante nella progressione del melanoma e nella resistenza ai farmaci.

Si tratta del miR-579-3p appartenente alla classe dei microRNA, piccole molecole in grado di bloccare la produzione di proteine specifiche. I ricercatori hanno visto, in primo luogo, che un basso livello di questa molecola rappresenta un parametro negativo per la prognosi, associato dunque a una maggiore mortalità. La molecola è infatti presente in abbondanza nei normali nei, ma la sua quantità diminuisce progressivamente man mano che il tumore diventa più aggressivo.

(Per approfondire leggi qui: Melanoma: i geni di capelli rossi e pelle chiara associati a maggior rischio)

La molecola protagonista dello studio controlla la produzione di due importanti proteine oncogeniche (BRAF e MEK), ovvero proteine che promuovono la crescita tumorale: se i suoi livelli si abbassano, quello delle due proteine sale. I ricercatori hanno inoltre osservato che la molecola è ridotta nelle forme di melanoma resistenti ai farmaci inibitori di BRAF e MEK.

Molecola utilizzabile come strumento terapeutico per il melanoma?

Tuttavia, se la molecola viene “somministrata” alle cellule tumorali dall’esterno, i livelli delle due proteine oncogeniche scendono e le cellule iniziano a morire. Inoltre questa “iniezione” della molecola, assieme ai farmaci inibitori di BRAF e MEK, impedisce la formazione di cellule resistenti ai due farmaci.

«L’importanza della ricerca sta nell’ulteriore caratterizzazione di meccanismi molecolari che portano una cellula normale (in questo caso il melanocita) a trasformarsi in una cellula tumorale», spiega il professor Antonio Costanzo, direttore dell’unità di Dermatologia dell’ospedale Humanitas e docente di Humanitas University.

(Per approfondire leggi qui: Melanoma, in 10 anni casi raddoppiati. I consigli per ridurre il rischio)

«L’attività del miR-579-3p – continua – potrebbe essere sfruttata in futuro per potenziare l’effetto dei farmaci inibitori di BRAF e MEK attualmente in commercio. Tuttavia l’applicazione clinica dei microRNA è ancora un po’ lontana, sono infatti appena iniziati i primi trial clinici di fase I con molecole di questo tipo».

Quali sono le novità più rilevanti nel trattamento del melanoma?

«Il trattamento del melanoma metastatico ha avuto due punti di svolta: il primo determinato dalla scoperta della mutazione della molecola BRAF e, conseguentemente, con l’introduzione in commercio di farmaci che la bloccano e che hanno un’azione molto veloce nella riduzione delle metastasi; il secondo con l’identificazione degli effetti anti-tumorali causati dal potenziamento del sistema immunitario e quindi con l’utilizzo di farmaci immunoterapici che sembrano avere un effetto più lento ma anche più duraturo nel tempo. È importante ricordare però – conclude il professore – che a oggi la maniera più efficace per guarire da un melanoma è quella di asportarlo nei primi stadi di sviluppo, e per questo basta effettuare una visita dermatologica annuale!».

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