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Sla, nei prossimi 25 anni +70% dei casi a livello mondiale

31/08/2016

Una malattia rara sempre più diffusa. La SLA, la Sclerosi laterale amiotrofica, da qui al 2040 colpirà 370mila persone in tutto il mondo, un numero sempre crescente maggiore delle 200mila persone oggi affette da questa malattia neurodegenerativa. Le proiezioni sono contenute in uno studio pubblicato su Nature Communications e condotto fra Italia e Stati Uniti.

In dettaglio la SLA – stimano i ricercatori – colpirà poco più di 376mila individui con un aumento del 69% sui poco meno di 223mila soggetti oggi colpiti. La causa principale di questa tendenza al rialzo è da individuare nel crescente invecchiamento della popolazione in particolare nelle nazioni in via di sviluppo. Una sfida per le istituzioni, le società e le strutture sanitarie coinvolte nella gestione della patologia nei pazienti affetti.

Lo studio italo-americano contiene una mappa della diffusione della SLA

Se in Europa l’aumento dei casi sarà del 20% (da 28 mila a 35 mila) e in Giappone del 10%, gli Stati Uniti andranno incontro probabilmente a un incremento del 34%. Tuttavia le differenze tra Paesi industrializzati come Usa, Nuova Zelanda, Giappone ed Europa e Paesi a basso e medio reddito come Iran, Libia, Serbia, Taiwan e Uruguay (oltre alla Cina) sono rilevanti. Per questi ultimi si stima un aumento del 50% in media mentre, dal 2015 al 2040, nei primi Paesi ci sarà un aumento di solo il 24% dei casi di SLA.

(Per approfondire leggi qui: SLA e calcio, quali legami?)

La Sclerosi laterale amiotrofica è una patologia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, quelle cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatura volontaria.

La ricerca è impegnata da anni sul fronte della diagnosi e del trattamento. Le cause della malattia restano ancora sconosciute. Si conoscono circa 20 geni che in qualche modo possono essere associati alla SLA. Da ultimo un gene (NEK1) individuato grazie a una ricerca multicentro finanziata anche dai fondi raccolti in tutto il mondo con l’Ice Bucket Challenge, un fenomeno diventato virale sui social media la scorsa estate che consisteva nello svuotarsi addosso un secchio pieno d’acqua e donare del denaro alle diverse associazioni di riferimento per la SLA.

(Per approfondire leggi qui: SLA, scoperto nuovo gene grazie a fondi raccolti con secchiate d’acqua)

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