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Gravidanza, parto “in movimento” con la trasformazione del bacino

24/08/2016

“Dolce attesa” ma non passiva. I nove mesi di gravidanza sono una marcia di avvicinamento a un momento delicato e irripetibile quale il parto. In questo periodo la futura mamma deve prepararsi per bene a vivere quel momento da assoluta protagonista. Il parto in movimento restituisce alla donna un ruolo attivo durante il travaglio e la fase espulsiva, per cui si rende necessario una preparazione speciale – durante il Corso di accompagnamento alla nascita – per trasformare il bacino al fine di facilitare il parto.

“Partorire in movimento” è il titolo del libro scritto e illustrato da Blandine Calais-Germain e Núria Vives Parés, professioniste del mondo della sanità. Il testo suggerisce l’attività fisica da attuare per facilitare le trasformazioni del bacino durante il travaglio di parto; a tradurlo per l’Italia (edizioni Epsylon Editrice) è l’ostetrica Maria Assunta Facchi, senior consultant di Humanitas San Pio X. Il libro si presenta come una guida per i professionisti dell’ostetricia e per le stesse donne.

(Per approfondire leggi qui: Gravidanza, nono mese: tutto è pronto per il lieto evento)

«“Partorire in movimento” richiama le potenzialità infinite del bacino materno quando, durante il travaglio, gli viene data la possibilità di mobilizzarsi; la guida offre un’interpretazione innovativa all’approccio del travaglio di parto», spiega la dottoressa.

Quali sono i principi base del parto in movimento?

COPERTINA  PARTORIRE IN MOVIMENTO 001«È l’attività del bacino il perno di questa tecnica innovativa: la partoriente, nei mesi che precedono il parto, deve familiarizzare con il proprio corpo. Ogni donna ha un “suo” bacino, di forma diversa, “modellato” dalla postura, dal modo di camminare e dallo stile di vita. Durante il parto intervengono asimmetrie, traiettorie e rotazioni per cui il bacino deve plasmarsi e adattarsi ai movimenti richiesti al fine di favorire la discesa del feto nel canale del parto. Tra le diverse posizioni proposte, e che la donna può assumere, vi è quella “in piedi”: nella pausa tra le contrazioni viene invitata a disegnare con il bacino un cerchio o un 8 per fare in modo che il feto possa adattarsi al canale del parto».

Con il parto in movimento si proteggono i muscoli del pavimento pelvico

Durante il travaglio queste tecniche prevedono anche il ricorso ad alcuni supporti: «Ad esempio l’uso della palla (la cui misura dipende dall’effetto che si vuole ottenere) per aiutare l’impegno della parte presentata ad infilarsi nel canale del parto; e in periodo espulsivo la donna, quando avverte la spinta, viene invitata a soffiare in un palloncino perché l’espirazione attivi il muscolo del riflesso espulsivo; in questo modo la testa del feto si adatta al canale del parto. Questa tecnica, inoltre, ha il vantaggio di proteggere il pavimento pelvico che, con il metodo tradizionale, potrebbe facilmente subire stiramenti dei muscoli, delle fasce e dei nervi del diaframma e del pavimento pelvico. Anche il padre può partecipare facilitando le esecuzioni delle posizioni appropriate e così vivere assieme alla compagna la genitorialità».

(Per approfondire leggi qui: Pilates ideale in gravidanza per muscoli e respirazione)

La dottoressa Facchi, che segue da anni l’evoluzione di questa tecnica e della relativa applicazione, da tempo applica la metodica delle due autrici che conosce personalmente e con le quali collabora attivamente. «Ho aiutato molte donne a partorire con successo applicando la metodologia prevista da “Partorire in movimento”. Il segreto? Coinvolgere le donne: se informate adeguatamente si affidano con fiducia all’ostetrica. Qualcuna conserva ancora un ricordo di quel percorso: il palloncino dentro il quale ha soffiato per dare alla luce il suo bambino».

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