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Aifa, nel 2015 ogni italiano ha preso quasi due farmaci al giorno

21/07/2016

Poco meno di due farmaci a testa. È stato questo il consumo medio di farmaci per ogni italiano lo scorso anno. Nel 2015 ogni cittadino ha assunto dunque poco più di 1,8 dosi di farmaci al giorno. I medicinali più consumati sono stati quelli cardiovascolari. È il quadro emerso nel Rapporto “L’uso dei farmaci in Italia” 2015 presentato dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco.

(Per approfondire leggi qui: Come conservare i farmaci d’estate: i consigli dell’Aifa)

In aumento dell’8,6% la spesa farmaceutica nazionale totale che ha toccato quota 28,9 miliardi di euro, di cui il 76,3% rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. Il settore si conferma in espansione: “Da qui al 2020 arriveranno globalmente sul mercato 225 nuovi principi attivi. Il consumo di farmaci continuerà ad aumentare. Più della metà della spesa per farmaci nel 2020 sarà per molecole “original brands” e sarà concentrata nelle aree delle malattie “non trasmissibili”, infettive, oncologiche e metaboliche. Saranno terapie mirate a target specifici e a popolazioni di pazienti sempre più definite”, dice il direttore generale dell’agenzia Luca Pani.

In calo l’uso scorretto di antibiotici

Gli italiani hanno acquistato maggiormente farmaci cardiovascolari; a seguire i farmaci dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo, quelli del sangue e degli organi emopoietici e infine i farmaci per il Sistema Nervoso Centrale. Tra le diverse fasce d’età il rapporto segnala come oltre la metà dei bambini e quasi tutti gli anziani over 74 abbiano assunto almeno un medicinale nel corso dell’anno.

Buone notizie sull’uso di antibiotici, la cui assunzione sregolata è associata al fenomeno della resistenza agli antibiotici sviluppata dagli agenti patogeni. L’impiego inappropriato di questi farmaci è in costante calo rispetto agli anni scorsi, fa sapere l’Aifa, sebbene superi il 30% in tutte le condizioni cliniche studiate. L’uso scorretto di antibiotici è più diffuso nel trattamento di cistite acuta, influenza, raffreddore e laringotracheite acuta. In generale, il consumo di antibiotici è sceso di quasi il 3% mentre la spesa s’è ridotta del 3,2%. Più alti i consumi al Sud (Campania, Puglia, Calabria) che al Nord.

(Per approfondire leggi qui: Usa, trovato per la prima volta un batterio resistente a tutti gli antibiotici)

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