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Caffè, per l’Oms nessun rischio di tumore alla vescica

15/06/2016

Caffè assolto: non è cancerogeno. Il suo consumo non rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza di tumore alla vescica. Il verdetto arriva dallo Iarc di Lione, l’Agenzia internazionale per la Ricerca sul cancro che fa parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).

Un comitato di 23 esperti internazionali ha setacciato circa 1000 studi declassando il caffè da “sostanza possibilmente cancerogena” (gruppo 2B, con le sostanze per cui esistono prove limitate a sostegno dell’associazione con il cancro) a sostanza non cancerogena (gruppo 3, che include sostanze non classificabili in relazione alla loro cancerogenicità, per le quali non esistono evidenze di rischio). Nel 1991 il consumo di caffè era stato associato al tumore alla vescica e la bevanda era stata appunto bollata come un fattore di rischio oncologico.

Caffè ridurrebbe il rischio di tumore al fegato

Gli studi prodotti dopo quella data però non hanno confermato la correlazione tra caffè e tumore alla vescica mentre hanno documentato i benefici derivanti dal suo consumo. Bere caffè avrebbe un effetto protettivo contro il rischio di insorgenza di due tumori: quello dell’utero e quello del fegato. Il parere avrebbe valutato un consumo medio di 3-4 tazzine al giorno su una popolazione normale, ovvero persone che non soffrono di malattie come la cirrosi.

(Per approfondire leggi qui: Cancro, dopo la carne rossa il caffè nel mirino dell’Oms)

Lo Iarc è l’agenzia che l’anno scorso aveva incluso la carne processata fra le sostanze cancerogene (gruppo 1) e quella rossa tra le sostanze “probabilmente cancerogene” (gruppo 2A). Nei prossimi mesi, invece, sarà analizzata l’eventuale relazione fra rischio oncologico e tè.

Allo stato dei fatti, dunque, tra le cause correlate con lo sviluppo di tumore alla vescica «sembra non giocare un ruolo il consumo di caffè», come spiega il dottor Rodolfo Hurle, urologo dell’ospedale Humanitas. «Lo studio delle cause alla base dei tumori è un argomento affascinante ma estremamente delicato per una serie di ragioni, tra cui la difficoltà di trasferire i risultati di studi epidemiologici al grande pubblico, soprattutto se preliminari o non sufficientemente robusti, anche quando si tratta di una bevanda così diffusa come il caffè».

(Per approfondire leggi qui: Carne rossa e rischio cancro: “L’importante è moderare il consumo”)

Il fumo di sigaretta è invece un fattore di rischio di tumore alla vescica

«Peraltro le linee guida della European Association of Urology del 2015 per il tumore della vescica – aggiunge lo specialista – mentre indicavano una correlazione tra fumo di sigaretta e un maggiore rischio di sviluppare la neoplasia, non riportavano alcun pericolo per il consumo di caffè. Verso la fine del 2015 sono usciti due lavori sull’argomento. Uno è uno studio multicentrico caso-controllo dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri pubblicato su Urology e condotto su circa 700 pazienti con neoplasia vescicale e altrettanti controlli. Lo studio concludeva che non si era riusciti a dimostrare nessuna relazione significativa tra consumo di caffè e sviluppo di neoplasia vescicale».

«Il secondo lavoro è una metanalisi di studi osservazionali: 34 casi-controllo e 6 studi di coorte pubblicato su Nature. Da quest’analisi sembrerebbe esserci nel sottogruppo di pazienti maschi non fumatori e forti consumatori di caffè un piccolo eccesso di rischio, anche se i dati sono troppo eterogenei. Servirebbero studi ben disegnati su larga scala per poter trarre conclusioni definitive», conclude il dottor Hurle.

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