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Cipolle, curcuma e frutti di bosco contro l’infiammazione cronica?

01/06/2016

Una dieta ricca di curcuma, frutti di bosco, cipolle e tè verde per prevenire l’infiammazione cronica, una condizione che contribuisce all’insorgenza di molte patologie mortali. È l’ipotesi fatta da un gruppo di ricercatori della University of Liverpool (Regno Unito) che ha pubblicato su British Journal of Nutrition uno studio sulla potenziale attività anti-infiammatoria dei polifenoli.

I ricercatori hanno analizzato il ruolo di 31 polifenoli su un modello di linfociti T, quelle cellule del sistema immunitario che si occupano di eliminare agenti patogeni e individuare anormalità a livello cellulare. I linfociti T rilasciano le citochine, molecole che fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e fra queste e i tessuti di diversi organi causando l’accorrere di altre cellule infiammatorie.

Il rilascio delle citochine è modulato anche dall’apporto di frutta e verdura. Pertanto lo studio ha esaminato il ruolo dei polifenoli in questo processo. Ebbene, concludono i ricercatori, i polifenoli derivati da cipolle, curcuma, uva nera, tè verde e bacche di açai (il frutto di una palma che cresce in Amazzonia) potrebbero ridurre il rilascio di citochine pro-infiammatorie da parte dei linfociti T prelevati da soggetti sani.

Risultati su polifenoli e infiammazione riscontrati in laboratorio

Una dieta ricca di frutta e verdura o integrata con particolari polifenoli (isoramnetina, resveratrolo, curcumina e acido vanillico) potrebbe dunque aiutare a proteggere in particolare le persone anziane dall’infiammazione correlata all’età e dalle malattie croniche. L’infiammazione incontrollata e che si protrae nel tempo può portare allo sviluppo di malattie come Alzheimer, cancro e diabete.

(Per approfondire leggi qui: Artrite reumatoide: un aiuto dalla Dieta mediterranea)

I risultati dello studio, seppur molto interessanti, devono essere valutati con attenzione, come spiega il professor Carlo Selmi, responsabile di Reumatologia e immunologia clinica dell’ospedale Humanitas e docente all’Università di Milano: «Lo studio ha rilevato gli effetti dei polifenoli derivati da diversi alimenti in condizioni di laboratorio ed è piuttosto difficile capire invece quale possa essere l’effetto in vivo, non sappiamo se le concentrazioni di queste sostanze possano essere raggiunte nei siti delle infiammazioni, dall’intestino alle articolazioni, o se altri fattori quali sesso ed età possano influenzarli, ad esempio».

«Inoltre – aggiunge lo specialista – è bene chiedersi quali effetti secondari possano essere possibili, specie in termine di infezioni, con l’inibizione di citochine pro-infiammatorie».

Cosa consigliare per rallentare l’infiammazione cronica?

«È utile seguire la Dieta mediterranea, ricca di fibre, associata anche a una restrizione calorica che permetta di tenere sotto controllo il peso. Il controllo delle calorie introdotte è stato associato a una migliore qualità di vita. Inoltre è bene rifuggire da alimenti ricchi di sale (di cui è stato dimostrato il legame con l’infiammazione nella psoriasi) e acidi grassi liberi», conclude il professor Selmi.

(Per approfondire leggi qui: “Il consumo eccessivo di carne causa la gotta”, vero o falso?)

 

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