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Inquinamento e gas di scarico: salute cardiovascolare a rischio

05/10/2015

L’inquinamento atmosferico è uno dei maggiori fattori di rischio ambientale per la salute. A innalzare il tasso di sostanze nocive presenti nell’aria contribuiscono anche i motori dei mezzi di trasporto, tanto a diesel quanto a benzina. Un’evidenza nota a tutti su cui l’opinione pubblica torna a riflettere dopo la notizia dello scandalo emissioni che ha colpito la casa automobilistica tedesca Volkswagen.

Ridurre l’inquinamento dell’aria – dice l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità – significherebbe ridurre l’incidenza di malattie come ictus, cancro ai polmoni, disturbi cardiovascolari e patologie respiratorie sia croniche che acute, come l’asma.

Sotto accusa le sostanze inquinanti emesse dai mezzi di trasporto, nell’ambito della produzione industriale, dello smaltimento dei rifiuti e anche dai privati con il riscaldamento domestico. Tra gli agenti inquinanti si annoverano le particelle di diametro variabile, solide o liquide disperse nell’atmosfera, indicate come particolato  fine (PM10) o ultrafine (PM2,5, PM1) a seconda del diametro espresso in micron (un milionesimo di millimetro), l’ozono, il diossido d’azoto e il biossido di zolfo. Secondo le Linee Guida dell’Oms una riduzione di particolato da 70 a 20 mg per metro cubo d’aria ridurrebbe il numero di decessi correlati all’inquinamento del 15%.

«L’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio importante per l’insorgenza di patologie dell’apparato respiratorio acute e croniche», spiega il dottor Michele Ciccarelli, responsabile del reparto di Pneumologia dell’ospedale Humanitas. «Per via dell’inalazione di queste sostanze nocive contenute nell’aria – continua – tutto l’apparato respiratorio è esposto a rischi, sia le alte che le basse vie aeree sino alle strutture alveolari».

Che conseguenze ha l’inalazione del particolato?

«Il particolato ultrafine (contenente particelle di diametro inferiore a 2,5 micron), se inalato ad alti tassi, non solo può causare disturbi all’apparato respiratorio ma anche al sistema cardiovascolare. Le strutture alveolari, ove possono giungere le particelle inalate più piccole – precisa il dottor Ciccarelli – sono circondate da una fitta rete di capillari: da qui le sostanze possono entrare in circolo nel sangue e, attraverso la circolazione sanguigna, giungere in tutto l’organismo con effetti nocivi».

(Per approfondire leggi qui: L’inquinamento fa restringere il cervello?)

La principale fonte di emissione di diossido d’azoto sono i processi di combustione anche dei mezzi di trasporto. I gas di scarico dei veicoli con motori a diesel contengono diossido d’azoto. Diversi studi epidemiologici, sottolinea l’Oms, hanno dimostrato che i sintomi di bronchite nei bambini asmatici aumentano con una duratura esposizione a questa sostanza.

Quali sono i sintomi dei disturbi all’apparato respiratorio causati dalle sostanze inquinanti?

«In caso di esposizione ad alte concentrazioni di inquinanti atmosferici possono irritarsi gola, naso e occhi, possono scatenarsi attacchi di tosse e si possono avvertire difficoltà nella respirazione. Le categorie più a rischio sono le persone che già soffrono di disturbi dell’apparato respiratorio ma anche bambini e anziani».

(Per approfondire leggi qui: L’inquinamento invecchia la pelle, a rischio chi vive in città)

Infine il rischio oncologico. Uno studio europeo pubblicato su Lancet Oncology realizzato su oltre 300mila persone ha dimostrato ad esempio una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e rischio di tumore al polmone: più alta è la concentrazione di inquinanti, maggiore il rischio di sviluppare un tumore al polmone. «Diverse ricerche hanno dimostrato che l’esposizione cronica in particolare agli idrocarburi aromatici liberati dal traffico veicolare ha un effetto cancerogeno a tutti i livelli dell’apparato respiratorio», conclude il dottor Ciccarelli.

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