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Cervello e ormoni: cosa succede con la menopausa?

07/10/2015

Il cervello delle donne vive una relazione molto stretta con gli ormoni femminili. Nell’arco della vita di una donna c’è un momento chiave in cui la produzione di ormoni subisce una brusca variazione: la menopausa. Con la menopausa, intorno ai 45-55 anni di età, il corpo delle donne va incontro a una serie di modificazioni, tra cui la cessazione del flusso mestruale e un crollo della produzione di estrogeni.

Come si riflette questa condizione sul cervello?

«Come nel periodo post parto, anche in questo caso è stato descritto un aumento dei livelli dell’enzima MAO-A (la monoamminossidasi di classe A) che depotenzia alcuni neurotrasmettitori, ovvero le molecole che mediano il trasferimento di informazione tra i neuroni, tra questi la serotonina. Durante la menopausa, oltre a sintomi di tipo depressivo, le donne parlano di una specie di “nebbia mentale”, cioè un rallentamento delle funzioni mentali e cognitive, sintomo accusato da due terzi delle donne in menopausa», risponde la professoressa Michela Matteoli, responsabile del Programma di Neuroscienze dell’ospedale Humanitas e direttore dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, illustrando la relazione tra ormoni e cervello.

(Per approfondire leggi qui: Menopausa, cuore a rischio con le vampate in età precoce)

«I ricercatori dell’ Università di Rochester, New York, hanno eseguito una serie di test cognitivi su 117 donne di età tra i 40 e i 60 anni che erano in varie fasi della menopausa. Hanno scoperto che nel primo anno post-menopausa le donne mostravano risultati significativamente peggiori rispetto alle donne che non avevano ancora raggiunto la menopausa non solo nei test di apprendimento verbale e della memoria, ma anche nella funzione motoria e, anche se in misura minore, nell’attenzione».

Gli estrogeni sono fondamentali per i processi cognitivi

«Questo rallentamento cognitivo può essere dovuto a un effetto diretto delle variazioni ormonali sulle funzioni neuronali (ad esempio la plasticità neuronale). Come la donna si avvicina alla menopausa, le ovaie producono sempre meno estrogeni, che sono cruciali per i processi cognitivi. Non si esclude comunque anche il contributo di un effetto indiretto. È noto infatti che lo sbalzo ormonale causa problemi nel normale ciclo sonno-veglia e questo può indubbiamente partecipare alle ridotte capacità cognitive in questo periodo».

(Per approfondire leggi qui: Gli ormoni anti-menopausa invecchiano il cervello)

«Da questo punto di vista, tutte le variazioni ormonali che avvengono durante la vita della donna coincidono con una elevata suscettibilità a sviluppare patologie di tipo affettivo, quale la depressione, sin da dopo la pubertà. Nel caso della menopausa, questo può avere una conseguenza importante anche sulla probabilità di sviluppare demenza, ad esempio la malattia di Alzheimer, a stadi più avanzati della vita. Nel 2014 è stato pubblicato uno studio che ha dimostrato come la gravità di sintomi di tipo depressivo possa predire la progressione delle forme precoci di patologia, il cosiddetto Mild Cognitive Impairment (MCI o decadimento cognitivo lieve) verso la malattia di Alzheimer in forma conclamata», dice in conclusione la professoressa Matteoli.

 

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