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Cisti infundibolare, cos’è e come si tratta

31/08/2015

La cisti infundibolare, conosciuta comunemente come cisti sebacea, è la più comune cisti che può insorgere sulla pelle. Si chiama infundibolare perché deriva dai dotti delle ghiandole sebacee. Si forma a partire da un condotto della ghiandola sebacea che si ostruisce, si forma poi un rigonfiamento che solleva la pelle di dimensioni variabili da un pisello fino a una pallina da golf. Di solito non causa dolore ma se la cisti che si è formata si infetta, cosa frequente, compare rossore, e dolore, spiegano i professionisti di Humanitas.

Le cisti infundibolari interessano più le donne o gli uomini?

Le cisti infundibolari sorgono più spesso sulla pelle degli uomini che posseggono un maggior numero di ghiandole sebacee. L’età in cui possono sorgere va dallo sviluppo fino ai 45-50 anni. Nei bambini le cisti infundibolari non si formano perché le ghiandole sebacee non sono ancora attive.

Dove possono comparire queste cisti?

In particolare su volto, busto e cuoio capelluto. Raramente altrove, come sugli arti, perché qui c’è una concentrazione inferiore di ghiandole sebacee. Bene sottolineare che sono manifestazioni cutanee assolutamente benigne», risponde lo specialista.

È un errore cercare di intervenire da soli sui punti neri? «Se è un semplice punto nero si può spremere senza problemi. Ma se il punto nero è il tappo di una cisti, spremendolo si rischia d’infiammare o infettare la cisti stessa. Se la cisti ci causa fastidi è meglio rivolgersi al proprio medico per una valutazione.

Cosa prevede il trattamento delle cisti infundibolari?

Il primo procedimento a cui si ricorre è quello della infiltrazione terapeutica. In genere – illustra l’esperto – sono due iniezioni a distanza di 15-20 giorni di un mix di antibiotico e cortisone. Si usano piccole siringhe per iniettare al centro della cisti questo insieme di farmaci: l’antibiotico serve a disinnescare la carica batterica, il cortisone a inibire la crescita della cisti stessa.

Se questo trattamento non fosse sufficiente, o se c’è infezione, allora si ricorre alla rimozione chirurgica. È un’operazione piuttosto delicata perché occorre eliminare tutte le aderenze che la cisti ha con il tessuto sano in modo da poterla estrarre integra. Se si rompe c’è il rischio recidiva.

 

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