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Arnaldi: i progressi nella chirurgia del ginocchio

09/01/2003

La chirurgia mininvasiva (artroscopica) applicata al ginocchio ha compiuto, negli ultimi anni, notevoli progressi. Sempre più spesso oggi si sente parlare di sportivi professionisti, per lo più calciatori, che dopo un infortunio di rilievo, come la rottura del menisco o dei legamenti, a distanza di pochi mesi dall’intervento chirurgico ritornano in campo ai massimi livelli.
Ma è davvero tutto così semplice? Lo abbiamo chiesto ad un esperto di chirurgia artroscopica delle articolazioni, il dottor Enrico Arnaldi. Membro della Società Italiana di Artroscopia, il dottor Arnaldi, 48 anni, di Finale Ligure, è in Humanitas dal mese di novembre, dove opera con la sua équipe composta da Giovanni Vinanti, Stefano Schiappacasse, Stefano Bertora, affiancando gli altri specialisti di chirurgia artroscopica già presenti nell’Istituto. Alle spalle ha una lunga esperienza negli Stati Uniti e in Canada, dove la chirurgia artroscopica delle articolazioni si è diffusa molto prima che in Italia.

Dottor Arnaldi, qual è il punto della situazione nella chirurgia del ginocchio?
“La chirurgia del ginocchio oggi ottiene ottimi risultati e, spesso, permette un totale recupero, quindi anche la ripresa di attività sportive. Ma i tempi non sono uguali per tutti. Gli sportivi professionisti, soprattutto di alto livello, costituiscono un caso a parte che non si può generalizzare. Sono soggetti particolarmente allenati, con una grande preparazione atletico-muscolare. E, soprattutto, la loro esigenza è dare il massimo per un tempo limitato alla loro carriera: per questo con trattamenti mirati e programmi intensi di fisioterapia si può rischiare una ripresa funzionale più accelerata, anche non rispettando i tempi biologici di guarigione. Per queste persone, doversi eventualmente sottoporre ad ulteriori interventi dopo qualche anno può essere un rischio calcolato. Per i pazienti normali, invece, le esigenze sono diverse: l’intervento deve essere possibilmente uno solo e risolutivo, quindi è necessario un periodo di convalescenza adeguato, che varia a seconda del tipo di operazione subita e delle caratteristiche del soggetto”.

Quali sono le patologie che colpiscono il ginocchio?
“Le patologie del ginocchio – prosegue il dottor Arnaldi – si dividono in due grandi categorie: traumatiche e degenerative. Quelle traumatiche (le lesioni del menisco, dei legamenti, della capsula articolare e le fratture osteo-cartilaginee, ossia della cartilagine e dell’osso che la sostiene) interessano con maggiore frequenza le persone di età inferiore ai 50 anni, che più spesso si dedicano ad attività sportive e ricreative. Le patologie degenerative invece interessano maggiormente le persone al di sopra dei 50 anni: sono le cosiddette patologie ‘da usura’ (stato preartrosico), e sono legate sia al tipo di attività lavorativa o sportiva del paziente, sia a esiti di interventi chirurgici come l’asportazione del menisco, o a traumi precedenti non trattati, ad esempio la rottura del legamento crociato anteriore”.

In cosa consiste il trattamento chirurgico
L’incidenza delle patologie del ginocchio è piuttosto elevata. Le statistiche, in Italia, parlano di 10 mila lesioni all’anno (legamenti e menischi). Il trattamento chirurgico più diffuso è quello artroscopico: preciso e poco invasivo, permette una ripresa meno dolorosa e in qualche caso più rapida. “La buona riuscita di questo tipo di interventi, però – precisa il dottor Arnaldi – è strettamente legata alla correttezza della diagnosi e delle indicazioni: l’età, la sede e il tipo di lesione. Per il trattamento delle lesioni meniscali la tecnica artoscopica consente la sutura o l’asportazione parziale del menisco, evitando quindi, se possibile, la più invasiva asportazione totale che con il tempo può causare gravi danni artrosici. Escludendo i trapianti, i cui risultati sono ancora preliminari, l’ultima novità è rappresentata dagli ‘scaffold’’: ‘impalcature’ di materiale biologico, riassorbibile quindi dall’organismo, vengono impiantate nel ginocchio a sostegno di un tessuto che pian piano ricostruisce l’originale danneggiato. Per la ricostruzione non solo del menisco ma anche dei legamenti, in futuro si otterranno risultati ancora migliori grazie all’utilizzo di cellule staminali e dei ‘fattori di crescita’, sostanze che stimolano lo sviluppo dei tessuti. Coltivate in laboratorio per essere innestate al posto del tessuto danneggiato, permetteranno di evitare gli autoinnesti, pratica oggi di routine che consiste nell’utilizzo di tessuti prelevati dal paziente stesso”.

Quali sono le sfide future?
“La ricerca – conclude il dottor Arnaldi – si sta concentrando sulla riparazione e rigenerazione della cartilagine. I metodi oggi utilizzati sono due: il primo è l’autoinnesto, detto anche mosaicoplastica. Si tratta dell’innesto di porzioni cartilaginee prelevate da altre zone del ginocchio del paziente, meno sollecitate. Il secondo metodo è l’innesto di condrociti, ossia le cellule che compongono la cartilagine. Con questa tecnica sono necessari due interventi: il primo per prelevare dal ginocchio una piccolissima porzione di cartilagine, che viene poi coltivata in laboratorio. In un secondo tempo, i condrociti coltivati vengono impiantati nella zona interessata, con opportuni accorgimenti; in questo caso si tratterebbe di una riparazione con tessuto rigenerato in laboratorio. Anche per questo tipo di interventi, per ottenere buoni risultati bisogna sempre rispettare le corrette indicazioni”.

Che cosa sono i menischi
I menischi sono due strutture fibro-cartilaginee elastiche, a forma di semiluna, che si trovano ad ogni lato del ginocchio (menisco laterale e menisco mediale), interposte tra femore e tibia.
Hanno la funzione di fornire una superficie liscia che facilita la mobilità ed ammortizza le sollecitazioni provenienti dall’articolazione. Inoltre, i menischi trasformano la superficie della tibia in una cavità più vasta ed adatta ad alloggiare il femore, aiutando così la stabilità dell’articolazione.

I sintomi delle lesioni
1 – Lesioni della cartilagine
dolore, gonfiore al ginocchio, difficoltà ad eseguire attività motorie di un certo tipo (corsa…).
2 – Lesioni del menisco
dolore localizzato in corrispondenza del menisco e accentuato alla flessione del ginocchio, a volte gonfiore e blocco articolare.

Sport e salute del ginocchio
Lo sport fa molto bene alla salute. Ma bisogna comunque evitare lo stress eccessivo, in particolare nei preadolescenti: il sovraccarico delle articolazioni, infatti, porta spesso a patologie traumatiche. Per prevenire eventuali lesioni bisogna curare molto la ginnastica preparatoria e usare attrezzature adeguate allo sport ma anche alle capacità del soggetto.

A cura di Monica Florianello

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