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Cervello, la gravidanza lo cambia per sempre

09/06/2015

La gravidanza cambia profondamente il cervello delle donne. La maternità altera sia i processi cognitivi che la neuroplasticità del sistema nervoso, ovvero la sua capacità di modificare la struttura del cervello in risposta a uno stimolo esterno, gli ormoni in questo caso. Le indicazioni arrivano da uno studio della University of British Columbia, Canada, presentato all’ultimo Congresso canadese di Neuroscienze e pubblicato sulla rivista internazionale Neurobiology of Aging.

La ricerca, condotta anche su modelli sperimentali, ha preso in esame l’influenza che gli ormoni esercitano sul cervello. Le terapie a base di ormoni sono impiegate per il trattamento del declino cognitivo nelle donne in menopausa, ma la loro efficacia è variabile. Una spiegazione potrebbe risiedere nel tipo di estrogeni usati nella terapia e se la donna ha condotto una gravidanza o meno, suggerisce la ricerca.

Lo studio ha preso in considerazione due ormoni e ha evidenziato come l’estradiolo, la forma prevalente di estrogeni nelle giovani donne, ha effetti benefici a differenza dell’estrone, che invece prevale nelle donne più anziane. A condizionare l’azione dell’estrone è la maternità: con una gravidanza, la terapia ormonale a base di estrone ha danneggiato le capacità cognitive. Una review della letteratura già pubblicata indica che la terapia basata su estradiolo ha più effetti benefici a differenza dell’estrone che può avere effetti dannosi sulle capacità di apprendimento e sul rischio demenza nelle donne.

La ricercatrice dell’università canadese si è concentrata su una regione specifica del cervello importante per la memoria e l’apprendimento. È emerso come sia l’estradiolo che l’estrone incrementassero la produzione di nuove cellule ma solo il primo ne incrementasse anche la sopravvivenza.

Perché le terapie ormonali sono impiegate per il trattamento del declino cognitivo?

«Si tratta di un argomento molto complesso. Infatti vi sono evidenze che la terapia ormonale in menopausa possa sia aumentare il rischio di declino cognitivo (diminuzione nel pensiero, il linguaggio, la memoria, la comprensione e il giudizio), sia il rischio di demenza in donne che si sottopongono alla terapia ormonale dopo l’età di 65», risponde la dottoressa Elisabetta Menna, ricercatrice di Humanitas e dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr.

«Tuttavia – aggiunge – altre prove suggeriscono che la terapia ormonale in menopausa possa avere effetti positivi sulle capacità cognitive e sull’umore, se data in menopausa piuttosto che dopo. Recentemente sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale Plos Medicine (Gleason et al PLos. Med. June 2015) i risultati di uno studio clinico controllato randomizzato condotto su 727 donne americane in cui i ricercatori hanno investigato gli effetti di 4 anni di trattamento ormonale in menopausa sulle capacità cognitive e l’umore. I risultati dello studio indicano che non vi sono effetti dovuti al trattamento sulle capacità cognitive e sui sintomi della depressione ma in alcuni casi vi possono essere dei benefici in alcuni aspetti dell’umore nel gruppo di soggetti che hanno ricevuto il trattamento rispetto al gruppo placebo».

Che impatto hanno gli ormoni sul cervello e sulla neuroplasticità?

«Ad oggi non sono ancora completamente chiariti gli effetti, che potrebbero essere molteplici, e i meccanismi molecolari degli ormoni sul cervello e sulle cellule nervose. Infatti è noto che la cessazione delle funzioni ovariche e quindi la deprivazione degli ormoni, come avviene in menopausa, possa causare anche un aumento dei livelli di infiammazione e attivazione delle cellule microgliali (le principali cellule immunocompetenti presenti nel cervello).

Studi recenti suggeriscono che l’infiammazione possa influenzare lo sviluppo e la funzione del sistema nervoso centrale e la neuroinfiammazione è una caratteristica comune di diverse patologie del cervello (malattie neurodegenerative ma anche patologie caratterizzate da disabilità cognitive). In questo scenario il ruolo degli ormoni e della terapia ormonale deve essere ancora chiarito», conclude la specialista.

 

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