Stai leggendo I post su Facebook rivelano la personalità: narcisista o nevrotico?

Featured

I post su Facebook rivelano la personalità: narcisista o nevrotico?

27/05/2015

Capire la personalità di un individuo dal suo profilo Facebook. Gli status che vengono aggiornati più o meno frequentemente possono dire molto sulla personalità di chi è iscritto al social network. È questa la conclusione di uno studio della Brunel University, Regno Unito, pubblicato di recente sulla rivista Personality and individual differences.

I ricercatori hanno sottoposto a 555 utenti di Facebook un questionario on line relativo alle caratteristiche della personalità, dalla nevrosi all’autostima, dall’estroversione al narcisismo. Il loro profilo che emergeva dalle risposte era in linea con gli “aggiornamenti di stato” sul social network. Dopo aver esaminato i risultati, il team ha identificato alcune categorie di personalità: il narcisista, in cerca di “like” posta status sui risultati ottenuti nella dieta e nell’esercizio fisico; il curioso e creativo, che scrive per condividere informazioni e meno per interagire; il coscienzioso, che pubblica col contagocce ed è più consapevole del modo in cui gli altri riceveranno il contenuto dei messaggi.

Ancora, l’insicuro, con bassa autostima, scrive spesso del suo partner per reprimere l’insicurezza; l’estroverso, che vede in Facebook uno strumento di impegno sociale, quindi più incline all’interazione; il nevrotico, che si sente socialmente inserito se i suoi messaggi sono graditi dagli altri, emarginato se non fa breccia tra i suoi amici su Facebook.

«Suddividere in categorie la personalità, pur risultando necessario nell’ambito della ricerca, risulta di fatto una scelta artificiosa che non può rendere giustizia della complessità e varietà dell’essere umano: identificare una persona in una particolare struttura di personalità non potrà infatti che risultare una forzatura, essendo ogni persona unica». Così il dottor Enrico Lombardi, psicologo e psicoterapeuta dell’ospedale Humanitas, che continua: «Lo stesso vale in psicopatologia e psichiatria dove la scelta di suddividere in diversi Disturbi di Personalità (Disturbo Narcisistico, Borderline, Paranoide, ecc.), per quanto necessariamente forzata, appare però indispensabile e funzionale per poter diagnosticare il disturbo e indicare di conseguenza una cura mediante ad esempio la psicoterapia». 

«Il Disturbo di Personalità infatti indica manifestazioni di pensiero e di comportamento disadattivi che si manifestano in modo pervasivo (non limitato a uno o pochi contesti), inflessibile e apparentemente permanente, coinvolgendo la sfera cognitiva, affettiva, interpersonale ecc. della personalità dell’individuo colpito. Si parla di Disturbo nel momento in cui tale manifestazione sintomatologica causa disagio clinicamente significativo. In passato si riteneva che i disturbi di personalità non potessero beneficiare di un trattamento psicoterapeutico, mentre oggi la psicoterapia a indirizzo cognitivo-comportamentale è risultata efficace nel trattamento di alcuni disturbi di personalità».

«In conclusione verrebbe da chiedersi l’utilità di distinguere in categorie di personalità non universalmente riconosciute come quelle individuate nello studio (a differenza invece dei Disturbi di Personalità classificati in maniera universale nel Diagnostic Statistical Manual of Mental Disorders) a partire da come utilizziamo Facebook!».

 

Ma cosa s’intende per personalità?

«Il termine “personalità” – risponde lo specialista – deriva dalla parola latina “persona” con cui si indicava la maschera usata dagli attori per recitare e corrisponde all’ “impalcatura” relativamente stabile di tendenze comportamentali, stili cognitivi, preferenze, disposizioni valutative, emotive e relazionali che, a partire dalla nascita, tendono a consolidarsi e stabilizzarsi nell’età adulta, rendendoci unici anche se simili agli altri. La personalità è quindi il risultato di caratteristiche individuali (innate) che modificano l’ambiente in cui cresciamo e da cui a sua volta vengono modificate (acquisite), in una continua reciproca interazione che inizia ancora prima di venire al mondo, già nel pancione materno».

«Vien da sé quindi che l’utilizzo dei social network, come ogni altra nostra attività quotidiana, rivela inevitabilmente aspetti della nostra personalità ovvero di chi siamo e ben lo sa ad esempio chi si occupa per lavoro di selezione del personale: negli ultimi anni è infatti diventato un terreno molto fertile osservare le informazioni “in rete” per scegliere il candidato», conclude il dottor Lombardi.

 

Social network, articoli correlati:

 

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita