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Ernia inguinale e bisturi dolce

27/11/2006

Un disturbo scatenato da fattori diversi, dalla predisposizione individuale a uno sforzo fisico, e causato dalla fisiologica debolezza del canale inguinale che attraversa la parete addominale. L’ernia inguinale può dare disturbi quali fastidio e dolore o essere del tutto asintomatica, ma con il tempo va inevitabilmente incontro al peggioramento sia delle dimensioni che dei sintomi. Intervenire è semplice, soprattutto ora che alla tecnica tradizionale si è affiancata la chirurgia mini-invasiva, che in alcuni casi offre indubbi vantaggi. Ne parliamo con il dott. Stefano Bona,specialista di Humanitas.

Che cos’è l’ernia inguinale?

“Con il termine ‘ernia’ si intende la fuoriuscita di visceri attraverso un orifizio anatomico, fisiologico o patologico. Nella regione inguinale i tendini della muscolatura addominale si fissano alle ossa del bacino. Questa zona è caratterizzata da una debolezza fisiologica che può portare all’insorgenza di un’ernia. A livello dell’inguine, la parete addominale è attraversata dal canale inguinale, che mette in comunicazione la cavità addominale con i tessuti più superficiali, cioè lo spazio sottocutaneo a livello del pube. Nell’uomo il canale inguinale serve da passaggio delle arterie, delle vene, dei nervi diretti ai testicoli e dei dotti spermatici in cui defluisce il liquido seminale. Nella donna, invece, il canale inguinale è attraversato dal legamento rotondo, che parte dall’utero ed esce dalla cavità addominale, terminando in prossimità della vagina, con la funzione di sorreggere l’utero stesso. E’ proprio il canale inguinale a rappresentare un punto di debolezza: può andare incontro a un cedimento progressivo che può causare il passaggio di visceri che, dall’interno dell’addome, attraversano questa zona e sporgono a livello del sottocute, manifestandosi con un rigonfiamento”.

Da che cosa è causata l’ernia inguinale?

“Può essere congenita, cioè presente dalla nascita, oppure essere originata dal progressivo cedimento dei tendini per la concomitanza di più fattori: predisposizione individuale, sforzi fisici, fisiologico invecchiamento dei tessuti”.

Quali sono i principali sintomi dell’ernia inguinale?

“Non necessariamente l’ernia provoca sintomi evidenti: esistono anche delle ernie asintomatiche, che iniziano ad attraversare il canale inguinale senza dare alcun disturbo e possono essere più o meno visibili. Generalmente, però, le ernie causano fastidio o dolore, soprattutto sotto sforzo, sia in situazioni di affaticamento, esercizio fisico, lunghe camminate, stazione eretta prolungata, sia in occasione di sforzi addominali intensi, quale tosse, starnuti, defecazione. In queste occasioni il gonfiore diventa più evidente, mentre tende a scomparire a riposo e in posizione sdraiata, quando non vi è alcuna pressione sulla parete addominale”.

Quali le conseguenze?

“La tendenza dell’ernia è quella di andare incontro a un progressivo peggioramento, sia delle dimensioni che dei disturbi, che non sempre sono correlati alle dimensioni. A volte, per far rientrare l’ernia è necessario esercitare una manovra di compressione. Il rischio più grave e sempre imprevedibile è lo strozzamento, che avviene quando l’ernia non riesce più a rientrare nemmeno con la pressione esercitata e diventa dura e dolente, campanelli d’allarme che non devono essere trascurati. In questo caso, se l’intestino o i suoi vasi vengono compressi possono insorgere gravi complicazioni, quali occlusione intestinale e necrosi dell’intestino con peritonite, che obbligano a un intervento chirurgico d’urgenza.
In generale, l’ernia è un problema destinato a peggiorare, che può limitare le attività fisiche quotidiane e causare un rischio serio in caso di strozzamento. Vale dunque la pena programmare un semplice intervento chirurgico per risolvere questo disturbo. Questo può essere effettuato con un metodo classico o mini-invasivo”.

L’intervento tradizionale: in che cosa consiste?

“Il metodo di intervento più ‘classico’, è l’ernioplastica inguinale per via anteriore. Attraverso una piccola incisione si identifica l’ernia e la si riposiziona all’interno dell’addome. La riparazione del punto debole (che fino a 20 anni fa veniva effettuata ricucendo con fili robusti i muscoli e i tendini) ora avviene mediante il posizionamento di reti opportunamente sagomate, in materiale sintetico, non riassorbibile e biocompatibile, che vengono fissate ai muscoli e a i tendini e servono per rinforzare la parete muscolare. Questa tecnica non solo riduce il dolore post-operatorio (a causa dell’assenza di tensione a livello del piano muscolare, che non viene ricucito), ma diminuisce anche il rischio che i tessuti si possano lacerare nuovamente. Questo tipo di intervento viene effettuato in anestesia locale e spesso in regime di Day Hospital (cioè con dimissione nella stessa giornata dell’intervento) e il decorso post-operatorio è veloce, poiché il paziente può alzarsi, alimentarsi e camminare subito dopo l’operazione”.

E la tecnica laparoscopica?

“Una grossa rivoluzione è avvenuta all’inizio degli anni novanta con l’avvento della chirurgia mini-invasiva, che consente di eseguire per via laparoscopica interventi che prima richiedevano grosse incisioni a livello addominale. L’ernioplastica inguinale si può eseguire anche utilizzando questa tecnica, praticando sull’addome tre forellini attraverso i quali vengono introdotti gli strumenti chirurgici e una telecamera. Anche in questo caso, dopo avere reintrodotto l’ernia nell’addome, si procede al posizionamento di una rete per rinforzare la parete muscolare. Questo tipo di intervento, che offre ottimi risultati in termini di dolore e ripresa post-operatori e tenuta a distanza della rete, non è però meno invasivo dell’intervento classico. Innanzitutto si deve ricorrere all’anestesia generale che, sebbene molto sicura e bene tollerata, è ovviamente più ‘pesante’ di una semplice anestesia locale. In secondo luogo, si tratta di un intervento che non interessa più solo i tessuti superficiali, ma viene eseguito attraverso la cavità addominale, dove si trovano organi quali l’intestino, la vescica, arterie e vene”.

Quando è vantaggioso l’intervento laparoscopico?

In alcuni casi l’ernioplastica per via laparoscopica offre indubbi vantaggi, e può quindi essere proposta come valida alternativa all’intervento tradizionale. Ad esempio, in caso di ernie inguinali bilaterali, presenti cioè contemporaneamente sia a destra che a sinistra, in cui l’alternativa è eseguire due interventi di ernioplastica per via anteriore (che è consigliabile eseguire in tempi diversi) oppure un unico intervento che prevede l’anestesia generale e un’ampia incisione addominale. La laparoscopia offre l’opportunità di riparare entrambe le ernie in un unico intervento con solo tre piccole incisioni.
Rappresenta una scelta vantaggiosa anche in caso di ernia recidiva già operata per via anteriore: la laparoscopia consente di evitare di passare attraverso la cicatrice del precedente intervento.
Deve essere il chirurgo a decidere quale tecnica chirurgica utilizzare, a seconda della sua esperienza e delle caratteristiche del paziente (l’età avanzata e uno stato di salute non perfetto, ad esempio, sconsiglieranno comunque l’anestesia generale).

A cura di Elena Villa

 

 

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