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Prevenzione

Nei a rischio, come riconoscerli

23/04/2015

I nei sono piccoli tumori benigni della pelle originati dai melanociti, ovvero quelle cellule responsabili della pigmentazione della cute. Di solito non sono pericolosi ma è bene tenerli sotto controllo, soprattutto considerato che negli ultimi 30 anni l’incidenza del melanoma, il tumore che deriva dai melanociti, è notevolmente aumentata, anche se oggi la possibilità di sopravvivere e guarire è vicina al 100%, a patto però che un’eventuale anomalia venga individuata in modo tempestivo. Ma come facciamo a stabilire se un neo è a rischio o meno? Lo abbiamo chiesto ai professionisti di Humanitas.

Che cos’è un neo a rischio?

E’ neo atipico un neo che abbia già delle caratteristiche visive non normali. Può avere ad esempio un perimetro frastagliato e non netto, può esserci una variazione di colore all’interno dello stesso neo, può avere una configurazione non rotonda ma allungata o bizzarra. Rispetto ai nei comuni, che normalmente sono piccoli, rotondi e uniformemente colorati, tutti quelli che non rispettano tali parametri, ma hanno una delle caratteristiche elencate prima, vengono definiti nei a rischio. Inoltre il rischio non viene calcolato solo sull’aspetto clinico ma attraverso l’esame dermoscopico, che consente di osservare il neo con una lente polarizzata che ne rende visibili le componenti più interne. Ed è proprio attraverso l’esame dermoscopico che si possono rilevare quelle caratteristiche che possono confermare che si tratti proprio di un neo a rischio evolutivo, che potrebbe quindi diventare un melanoma, oppure viceversa rilevare un falso allarme.

Quali sono i comportamenti da adottare in caso di nei a rischio?

Il paziente per accorgersi di un neo a rischio deve fare questo esercizio: ovvero guardare tutti i suoi nei, dando un’occhiata panoramica, escludere quelli sporgenti a forma di mora ma concentrarsi su quelli piani non palpabili. Questi nei devono avere tutti una connotazione comune di colore e forma anche se con dimensioni differenti. Se invece focalizza che ce n’è uno che è decisamente diverso dagli altri, sia come colore che dimensione e forma, quindi risalta all’occhio che è diverso da tutti gli altri, quello deve essere assolutamente fatto vedere al dermatologo. Questo tipo di neo viene chiamato il “brutto anatroccolo” perché è un qualcosa che sembra non appartenere a noi. Molti melanomi cominciano proprio con questo aspetto differente.

A questo punto il dermatologo ha due strade davanti: il rischio reale è accertato, dunque proporrà di asportare questo neo prima che si trasformi in un melanoma, oppure potrebbe non riscontrare caratteri di certezza, e allora rimandare a una successiva osservazione, con un controllo programmato, di solito annuale, per vedere se nel frattempo il neo cambia e si modifica. Se ci sono modificazioni successivamente verrà comunque asportato. Tutto ciò è possibile perché usiamo i computer, che catturano le immagini del neo, ne mettono in risalto le caratteristiche e le conservano in memoria. Durante i controlli successivi, quindi, le immagini vengono confrontante per controllare se nel frattempo c’è stata una deviazione.

E’ quella che chiamiamo mappatura dei nei, e che consigliamo a prescindere a tutti i nostri pazienti. Utilizzando il computer è possibile mappare tutti i nei, per cui diventa semplice poi accorgersi se ce ne sono nuovi o se ci sono state delle evoluzioni. Diagnosticare il melanoma nella prima fase di sviluppo è importante poiché la guarigione è vicina al 100%. Se l diagnosi è ritardata è possibile che alcune cellule maligne si siano distaccate ed essere penetrare in altri organi. Come precauzione io consiglierei sempre una mappatura dei nei.

 

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