«È solo un soffio al cuore». Capita spesso di sentire qualcuno riferirsi al soffio cardiaco con frasi dal tono rassicurante.
In effetti, “soffio al cuore” non è sinonimo di malattia e nella maggior parte dei casi non si tratta di un sintomo pericoloso. A fare la vera differenza sono le sue cause.
A spiegarcelo è Veronica Fusi, consultant dell’Unità Operativa di Cardiologia I di Humanitas.
«Soffio al cuore è un termine usato per descrivere un rumore anomalo prodotto dal passaggio turbolento del sangue attraverso le cavità cardiache – spiega la cardiologa –. Il soffio di tipo innocente non causa particolari sintomi, non limita l’attività fisica né implica particolari precauzioni o terapie. La presenza di un soffio organico è spesso invece accompagnata da possibili campanelli d’allarme associati alla patologia che lo causano».
Il soffio al cuore benigno e quello patologico
«I soffi cardiaci – precisa l’esperta – si distinguono in soffi benigni e soffi patologici».
I primi, detti anche “innocenti” o “funzionali”, non sono associati ad anomalie del cuore, ma sono causati da un’accelerazione dello scorrimento del sangue dovuta a un aumento del metabolismo e della gittata cardiaca. Possono ad esempio essere presenti in caso di febbre, di anemia o stress eccessivo, in gravidanza o nell’ipertiroidismo, ma anche negli sportivi sani e nei soggetti magri.
Diverso è il caso dei soffi al cuore patologici, definiti anche “organici”, che sono causati da patologie congenite o acquisite, che modificano la struttura cardiaca o sue parti (le valvole cardiache, il muscolo cardiaco, i setti che dividono le cavità destre da quelle sinistre del cuore, i grossi vasi del cuore), o semplicemente sono la conseguenza del fisiologico invecchiamento delle valvole cardiache.
«Generalmente i soffi anomali sono di intensità maggiore rispetto ai soffi innocenti – spiega la dottoressa Fusi –, e hanno caratteristiche abbastanza specifiche che permettono di individuarli come soffi patologici, spesso anche accompagnati da altri sintomi o segni».
In presenza di queste caratteristiche, il medico dovrebbe richiedere un ecocardiogramma color doppler per confermare la diagnosi e stabilire il successivo eventuale iter terapeutico e follow-up clinico-strumentale.