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Ginecologia

Ictus, donne più a rischio dopo la menopausa

28/11/2017

Il passaggio segnato dalla menopausa è un momento importante per la salute della donna, in particolare per quella cardiovascolare. Dopo la mezza età, infatti, con l’uscita dal periodo fertile, aumenta il rischio di ictus: nei dieci anni che seguono la menopausa questo quasi raddoppia. Cosa può fare una donna per contenere questo rischio? Ne parliamo con la dottoressa Simona Marcheselli, responsabile dell’Unità operativa di Neurologia d’urgenza e Stroke Unit dell’ospedale Humanitas.

Ormoni e benessere cardiovascolare

Tendenzialmente il rischio di ictus aumenta con l’età, tanto negli uomini quanto nelle donne. Tuttavia nel sesso femminile si registrano più eventi sia perché tendono a vivere più a lungo della controparte maschile sia perché l’incidenza dell’ictus è maggiore nelle fasce d’età più avanzate.

La svolta si ha negli anni seguenti la menopausa, generalmente dopo i cinquant’anni. L’aumento di rischio è da attribuire alle variazioni ormonali che caratterizzano il termine dell’età riproduttiva: aumentano i livelli di androgeni e diminuisce quello di estrogeni, in particolare di estradiolo. «Agli estrogeni era imputabile l’effetto protettivo sulla salute cardiovascolare di cui le donne hanno goduto fino alla menopausa», spiega la dottoressa Marcheselli.

Le conseguenze della menopausa

Con la menopausa i fattori di rischio cardiovascolare possono assumere un peso più rilevante: «Potrebbe, per esempio, aumentare il livello di trigliceridi nel sangue, così come i valori di colesterolo totale e di colesterolo “cattivo” LDL. Inoltre, potrebbe crescere la circonferenza del girovita, con l’accumulo di grasso addominale e cambiare il profilo metabolico con un aumento dell’insulino resistenza oltre che della pressione arteriosa».

 

Questa eventuale accelerazione dei fattori di rischio cardiovascolare potrebbe fare della fase post-menopausale un momento ideale per concentrarsi sulla prevenzione: «È importante che una donna modifichi il proprio stile di vita in un senso più salutare, ad esempio smettendo di fumare, cercando di mantenersi attiva nell’ordine dei 150 minuti di attività fisica aerobica, modificando la propria dieta con un maggior consumo di frutta e verdura, cereali integrali, carne bianca e pesce e limitando il consumo di carni rosse», ricorda la specialista.

«Se si arriva “preparate” alla menopausa, avendo condotto uno stile di vita sano è naturalmente necessario mantenerlo negli anni a venire e comunque tenere sotto controllo tutti gli altri fattori di rischio cardiovascolare, dall’ipertensione alla fibrillazione atriale».

La scelta di seguire una terapia ormonale sostitutiva dovrà essere ben ponderata: «Non può essere intesa come uno strumento di prevenzione, di riduzione del rischio di ictus, anzi come la “pillola” può aumentare il rischio di coagulopatia, a sua volta associata a un maggior rischio ischemico. L’indicazione della terapia ormonale sostitutiva va definita sulle condizioni di salute della singola paziente da parte dello specialista», conclude la dottoressa Marcheselli.

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