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Prevenzione

Calcoli renali, come evitare una recidiva?

02/10/2017

Piccoli ma dolorosissimi. Chi li ha avuti ne ricorda bene il “travaglio” e per questo vorrebbe scongiurare il rischio di una seconda volta. Sono i calcoli renali, delle pietruzze che si formano nelle vie urinarie ostruendole e causando le temute coliche renali. La calcolosi è un disturbo che ha un tasso piuttosto elevato di recidiva pertanto è fondamentale prevenire un nuovo episodio. Ne parliamo con il dottor Alberto Saita, urologo di Humanitas.

I calcoli renali sono delle formazioni cristallizzate dalle dimensioni e dalla composizione chimica variabili. Nel 75% circa dei casi sono formati da ossalato e fosfato di calcio altrimenti da acido urico o da infezione, mentre sono più rari quelli con altri minerali o sostanze organiche quali cistina o idrossiadenina. Sono più gli uomini che le donne in età adulta ad avere un maggior rischio di calcolosi renale. E tra gli altri fattori di rischio rientrano anche la sedentarietà, l’obesità, alcune condizioni cliniche e la familiarità.

(Per approfondire leggi qui: Calcoli renali, una buona prevenzione con pochi sali e zuccheri)

È proprio ad alcuni di questi fattori di rischio che bisogna guardare per prevenire una recidiva. Secondo l’American College of Physicians le probabilità che un calcolo possa riformarsi nei cinque anni successivi al primo episodio vanno dal 35% al 50%, «mentre nell’arco di vent’anni il rischio supera il 90%», aggiunge il dottor Saita. «Molto dipende dal periodo in cui si è stati colpiti la prima volta dalla calcolosi: più si è giovani più aumentano le probabilità di recidiva. Inoltre, a differenza di un episodio sporadico in età adulta, quando il primo episodio arriva in età giovanile è necessario un approfondimento metabolico».

Calcoli renali e metabolismo

L’esame del calcolo, l’esame del sangue e delle urine delle 24 ore sono i test da cui si ottengono preziose informazioni sulle condizioni del paziente: «In presenza di calcoli di acido urico verosimilmente il paziente presenta una problematica di tipo metabolico, ad esempio iperglicemia o iperuricuria (livelli eccessivi di acido urico nelle urine). Se invece i calcoli sono formati da ossalato di calcio il paziente può presentare, ad esempio, iperparatiroidismo o ipercalciuria renale (livelli eccessivi di calcio nelle urine). Sarà necessario trattare i problemi metabolici riscontrati per evitare la recidiva».

Ci sono altri casi in cui la calcolosi può ripresentarsi: specialmente in forme ereditarie come la cistinuria o nel caso di infezioni complicate come le cistiti ricorrenti associate a pielonefrite, una patologia più comune fra le donne, che richiederanno una terapia medica antibiotica e di mantenimento con acidificanti del pH urinario.

Calcoli renali e dieta

Dieta, disidratazione e sedentarietà sono fattori di rischio per le recidive di calcolosi in particolare per soggetti sovrappeso e obesi che presentano quegli elementi che qualificano la sindrome metabolica ovvero ipertensione, ridotta tolleranza al glucosio e tendenza al diabete e Indice di massa corporea superiori ai valori normali.

«Tendenzialmente un solo episodio di calcolosi è un campanello d’allarme di sindrome metabolica. Questi soggetti devono correggere lo stile di vita, evitare la sedentarietà prolungata, aumentare l’apporto di frutta e verdura contenenti potassio, magnesio e acido citrico, tutti microelementi che inibiscono la cristallizzazione. Infine sarà utile bere molto per evitare l’acidificazione delle urine e un buon mezzo per aumentare l’apporto di acqua è proprio mettersi in movimento per sudare ma anche bere di più. Non bevendo a sufficienza durante tutto l’arco della giornata i sali precipitano e, cristallizzando, portano alla formazione di un calcolo», conclude il dottor Saita.

(Per approfondire leggi qui: Salute dei reni, quanta acqua bere?)

Tra gli alimenti ricchi di acido citrico che abbiamo citato come protettore della calcolosi ricordiamo agrumi e kiwi; il potassio è presente in banane, salmone, albicocche, mentre di magnesio è ricca la frutta secca (non in eccessivi quantitativi perché contenenti anche ossalato); legumi e verdure in generale sono consigliati così come l’indicazione a ridurre al minimo il consumo di sale.

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