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Prevenzione

Morbillo, perché bisogna fare attenzione

28/01/2014

 

Secondo un rapporto dell’European Center for Diseases Control, fra i paesi dell’Unione Europea l’Italia è quello dove il morbillo, nel 2013, ha colpito di più in assoluto: per quale motivo? Che conseguenze può avere in una persona adulta? Ne abbiamo parlato con il dott. Matteo Moro, responsabile del Risk Management e con il dott. Luca Speroni, dermatologo di Humanitas.

 

Dott. Moro, a che cosa è dovuta quest’ampia diffusione del morbillo in Italia?

«Non si tratta di una novità: il dato è in linea con quelli degli anni precedenti. Il morbillo è una malattia esantematica (che provoca eruzioni cutanee) piuttosto tipica dell’età infantile, la cui alta contagiosità è dovuta alla modalità di trasmissione, che avviene per via aerea respiratoria, senza bisogno di scambio di liquidi.

Infatti, nel passato, prima che il vaccino del morbillo fosse ampiamente diffuso, era difficile trovare adulti che non fossero immunizzati perché quasi tutti venivano contagiati nel corso dell’età infantile, con conseguenze che, almeno nei paesi sviluppati, sono spesso di lieve entità. Attualmente, invece, a causa del fatto che nei primi anni nei quali era diffuso il vaccino contro il morbillo (1990-2000) questo non veniva praticato alla totalità della popolazione, abbiamo una parte dei giovani adulti e degli adulti che non sono immunizzati né dal vaccino né dagli anticorpi derivati dal normale corso della malattia e vengono contagiati in una fascia di età che va soprattutto fra i 15 e i 30 anni.

Il problema è che, negli adulti, il morbillo si manifesta in maniera più forte e, rispetto alla stessa patologia presa in età infantile, può portare un maggior numero di complicazioni serie come l’encefalite, la polmonite morbillosa o altre complicazioni polmonari di natura opportunistica. Specialmente per chi è già indebolito da altri fattori, il morbillo può essere molto pericoloso: per questo, chi ha occasioni frequenti di contatto con persone a rischio di complicazioni in caso di contagio (per esempio chi lavora in ospedale o in residenze per anziani) dovrebbe fare molta attenzione».

 

Dott. Speroni, quali sono i sintomi del morbillo e come si dovrebbe comportare chi ha il sospetto di essere contagiato?

«Il morbillo dà luogo a tre differenti fasi. La prima, che dura 10-12 giorni, è la fase di incubazione, che può essere praticamente asintomatica; possono verificarsi piccoli segni di malessere come inappetenza, cefalea e diarrea, difficilmente identificabili come specifici del morbillo. Subito dopo si entra nella fase prodromica, di 3-5 giorni, caratterizzata da congiuntivite, catarro (raffreddore e/o tosse) e febbre, nonché dalle macchie di Köplik, piccole lesioni biancastre, a grappolo, localizzate sulla mucosa della bocca all’altezza dei molari. Infine, c’è la fase esantematica vera e propria (5-7 giorni) durante la quale, a partire dal volto e dalla testa, il paziente si copre di macchie di colore rosso scuro, tipiche del morbillo, che possono diffondersi anche all’intera superficie del corpo.

Da notare che non esiste alcun farmaco specifico per curare il morbillo, per cui ogni trattamento ha lo scopo di alleviare i sintomi: infatti, è consigliato utilizzare il paracetamolo per evitare che la temperatura corporea salga troppo, e l’assunzione di molti liquidi per mantenere l’idratazione. Quello che aumenta la diffusione del morbillo è il fatto che purtroppo chi si ammala può trasmettere il morbillo anche nella fase prodromica e fin dagli ultimi giorni della fase di incubazione, durante la quale distinguere i sintomi da quelli di altre patologie (come ad esempio una comune influenza) è piuttosto difficile.

Inoltre, negli adulti il morbillo non si manifesta sempre in forma tipica, quindi i sintomi stessi potrebbero variare per intensità o, in alcuni casi, non presentarsi del tutto. Per questo, consiglio a chi ha il sospetto di essere stato contagiato, specialmente se fa un lavoro nel quale ha contatto con il pubblico, di parlare con i propri responsabili e con il medico di base e mettersi al più presto in malattia, sia per evitare il contagio altrui che per minimizzare i rischi di sviluppare complicanze. Infine, consiglierei agli adulti colpiti dal morbillo di tenere sotto controllo i piccoli disturbi che si possono presentare anche dopo la completa guarigione, in quanto le complicanze possono manifestarsi anche a distanza di una/due settimane dalla fine della fase esantematica».

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