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Prevenzione

Tumore al seno, diagnostica sempre più precisa

14/06/2017

Una buona prevenzione del tumore al seno permette oggi una sopravvivenza superiore al 90%. I tipi di prevenzione, in questo caso, sono di due tipi: primaria o secondaria. La prevenzione primaria è quella che ogni donna può fare direttamente, attraverso il controllo dell’alimentazione e degli stili di vita. La prevenzione secondaria è quella che viene invece effettuata sottoponendosi a visite cliniche e a esami strumentali sempre più precisi, come spiega la dottoressa Cinzia Monti dell’Unità Operativa di Radiologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

Quanto è importante l’uso della tecnologia in ambito di prevenzione senologica?

«Molto. Per fare una buona prevenzione è fondamentale sottoporsi a esami di screening che sono oggi in grado di individuare precocemente l’eventuale presenza di un tumore al seno. L’esame di riferimento è la mammografia che, secondo le attuali indicazioni internazionali, deve essere eseguita a partire dai 40 anni. L’età si abbassa però nelle pazienti che hanno una storia familiare nota di tumore al seno, che devono anticipare i tempi per l’esecuzione degli esami e della visita senologica che ne rappresenta il naturale primo step».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno: la mammografia, un esame fondamentale per la diagnosi)

La mammografia è dunque l’esame che permette di intervenire precocemente sui problemi senologici?

«Sì, è l’esame considerato di riferimento. E lo è ancor più da quando è a disposizione la tecnologia di implementazione che risponde al nome di tomosintesi. Si tratta di un esame tridimensionale, che consente di visualizzare sullo schermo la mammella suddividendola in strati dello spessore di un millimetro l’uno. Per la paziente non cambia niente, l’esame è all’apparenza lo stesso di prima. Ma i risultati offerti da questa nuova tecnologia sono notevoli, se paragonati a quelli della mammografia tradizionale, che fornisce immagini di tipo bidimensionale».

(Per approfondire leggi qui: Tumore al seno, non solo noduli: i segnali da non sottovalutare)

La tomosintesi permette di individuare situazioni critiche che prima non si vedevano?

«Sì, con la tomosintesi riusciamo oggi a individuare quasi il 30-40% in più di tumori invasivi, che prima si sarebbero visti in ritardo. E tutto questo senza che vi sia un aumento di esposizione alle radiazioni, che quantitativamente, e questa è un altro vantaggio non da poco, non sono maggiori di quelle della mammografia tradizionale».

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