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Prevenzione

Non abbassare la guardia: proteggiti dalle malattie sessualmente trasmissibili

20/01/2017

La prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili in Italia è ancora insufficiente. Il COA (Centro Operativo AIDS, Istituto Superiore Sanità) ha segnalato un dato alquanto preoccupante sulla diffusione delle MTS, le malattie sessualmente trasmissibili, nel nostro Paese. Approfondiamo il tema con il dottor Gianluigi Taverna, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas Mater Domini.

Nell’arco di vent’anni, dal 1991 al 2012, si è assistito ad un picco vertiginoso di casi conclamati di malattie veneree (oltre 85.000), con particolare incidenza tra i giovani che rappresentano il 20% del campione. In questo contesto vanta il “primato di diffusione” l’infezione da HPV (Human Papilloma Virus), seguono poi sifilide, gonorrea, mollusco contagioso e clamidia.

Sicuro di essere sicuro?

La maggior parte degli adolescenti, oltre a non conoscere le principali malattie sessualmente trasmissibili, ne minimizza la diffusione. Ancora oggi, l’allarme circa le malattie veneree rimane alto: HIV e altre infezioni, insomma, non sono affatto un “ricordo passato”.

(Per approfondire leggi qui: Clamidia, se non curata donne a rischio infertilità)

Rapporti non protetti e una certa ignoranza sanitaria, portano a sottovalutare queste malattie e le gravi conseguenze che possono determinare.

«Il virus dell’HPV – spiega il dottor Taverna – è causa di tumori alla cervice uterina, alla vagina (per le donne), al canale anale ed al pene (negli uomini). Contrarre questo virus, inoltre, può favorire la comparsa di condilomi (neoformazioni benigne) a carico della pelle circostante la zona pubica». Occorre ricordare che non esiste cura all’infezione da Papilloma Virus: una volta contratta, non rimane che gestirne le conseguenze, effettuando ad esempio l’asportazione dei condilomi (tramite termocoagulazione e ablazione), applicando creme cheratolitiche e, nei casi più gravi, sottoponendosi a cure per il trattamento dei tumori derivanti.

Una vaccinazione libera tutti!

Dal 2007 nel nostro Paese è attiva una campagna di prevenzione con vaccini gratuiti per tutte le giovani 12enni. La nuova sfida è ora estendere questa pratica anche ai ragazzi. Il solo preservativo, infatti, non è una sufficiente barriera contro l’HPV. La battaglia a favore della vaccinazione è un tema dibattuto a livello non solo italiano, ma internazionale: sostengono e promuovono il vaccino sia l’Istituto Europeo dei Medicinali (Ema), che l’American Society of Clinical Oncology.

(Per approfondire leggi qui: Tumore cervice uterina, Pap-test e test HPV: come sta cambiando lo screening)

«La vera manovra efficace – conclude lo specialista – sarà quindi creare una sinergia interdisciplinare grazie alla quale diversi specialisti (tra cui igienisti, ginecologi, dermatologi, urologi, pediatri e proctologi) possano collaborare nella diffusione delle informazioni relative ai benefici offerti dal vaccino, diffondendo la cultura preventiva». L’unione fa la forza.

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