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Prevenzione

Come curare i tumori della tiroide: I markers biochimici

22/02/2009

In Humanitas attività ambulatoriali specifiche per questa patologia e un Day Hospital di Endocrinologia.

Il dott. Paolo Colombo, Aiuto dell’Unità Operativa di Endocrinologia di Humanitas, ha maturato una esperienza clinica in tutto il campo dell’Endocrinologia (soprattutto nell’ambito della patologia ipofisaria, tiroidea, surrenalica e gonadica) inclusi i tumori maligni che interessano la tiroide. Nell’Istituto Clinico Humanitas il dott. Colombo, oltre all’ambulatorio di Endocrinologia, coordina anche attività ambulatoriali specifiche nell’ambito della patologia tumorale tiroidea ed il Day Hospital di Endocrinologia per l’esecuzione di specifici test dinamici. L’insieme di queste attività contribuisce, con altre discipline, a completare e rendere ottimale la gestione del soggetto affetto da tumore tiroideo.

Dott. Colombo ci vuole parlare dell’utilizzo dei markers biochimici nella cura dei tumori tiroidei da parte dell’endocrinologo?

“Nella pratica clinica i markers biochimici che assumono maggiore rilevanza sono la tireoglobulina nei carcinomi della tiroide differenziati (papillari e follicolari) e la calcitonina nei tumori midollari della tiroide“.

La tireoglobulina basale ed il Test con TSH umano ricombinante: il controllo periodico

“La tireoglobulina è una glicoproteina prodotta esclusivamente dalle cellule follicolari della tiroide e pertanto specifica di tale tessuto; essa è però un marker generico di cellula follicolare indipendentemente dal fatto che la cellula sia normale o tumorale e pertanto non è utile per distinguere i carcinomi differenziati della tiroide da altre patologie quali ad esempio il gozzo semplice od il gozzo con noduli benigni (detto gozzo uninodulare o multinodulare).
La terapia standard di questi tumori maligni ha come scopo finale la distruzione di ogni cellula tiroidea e si avvale dell’asportazione chirurgica della tiroide (tiroidectomia totale) spesso seguita dalla terapia con iodio radioattivo (131-I) per l’eliminazione anche di piccoli residui di tessuto tiroideo. È qui che il dosaggio della tireoglobulina nel sangue assume una primaria importanza: nei soggetti efficacemente trattati il suo valore dovrà infatti essere praticamente uguale a zero e permanere tale nei controlli periodici successivi; se invece il parametro si rialza progressivamente nel corso del follow-up del soggetto, tale valore suggerisce la probabile recidiva del tumore“.

Vi è però un’altra considerazione importante da fare

“La produzione di tireoglobulina non dipende solo dalla quantità di tessuto tiroideo, ma anche dall’azione di determinati stimoli sulla tiroide ed in particolare dal TSH, l’ormone ipofisario che regola la produzione degli ormoni tiroidei T3 e T4 ed il trofismo e quindi anche la proliferazione delle cellule tiroidee. Per ottimizzare il controllo periodico del soggetto è quindi utile che il dosaggio nel sangue della tireoglobulina sia sempre correlato a quello del TSH, il cui livello deve essere mantenuto molto basso, o nella fascia bassa della norma, tramite la terapia con ormone tiroideo che il soggetto deve sostenere per tutta la vita a causa della mancanza della tiroide. L’azzeramento del TSH induce una ridottissima produzione di tireoglobulina nelle cellule tiroidee normali ma anche in alcuni tumori tiroidei molto dipendenti dall’azione del TSH che pertanto potrebbero venire mascherati.

Per ovviare a quanto appena descritto si esegue periodicamente il test con TSH umano ricombinante che nel nostro Istituto viene praticato in un ambulatorio specifico. Il test in genere è ben tollerato, prevede una serie di dosaggi della tireoglobulina preceduti da due iniezioni intramuscolo di TSH e permette una valutazione più accurata della patologia tumorale. In definitiva la valutazione della tireoglobulina basale e stimolata dal TSH, insieme all’ecografia del collo, costituiscono lo standard ottimale per il controllo periodico dei soggetti sottoposti ad intervento di tiroidectomia totale e terapia con 131-I per carcinoma differenziato della tiroide soprattutto a basso rischio. Il risultato della tireoglobulina può essere falsato dalla presenza nel sangue di Anticorpi anti-Tireoglobulina che devono essere pertanto regolarmente dosati”.

La calcitonina ed il test con Pentagastrina: diagnosi e follow-up nel carcinoma midollare della tiroide

“La calcitonina è un ormone secreto dalle cellule parafollicolari C della tiroide. Da queste cellule ha origine il carcinoma midollare della tiroide, la cui presenza determina nella quasi totalità dei casi un livello nel sangue molto alto di calcitonina pur senza indurre disturbi particolari, tranne diarrea in presenza di valori molto elevati. È pertanto importante eseguire il dosaggio della calcitonina plasmatica in tutti i soggetti che presentano noduli tiroidei; tale parametro assume inoltre particolare rilevanza se si considera che l’agoaspirato di un nodulo tiroideo fornisce spesso un risultato falsamente negativo in caso di carcinoma midollare della tiroide. Tuttavia un incremento dei livelli di calcitonina può essere riscontrato anche nell’iperplasia delle cellule parafollicolari C della tiroide (da alcuni considerata una condizione pre-cancerosa) ed in altre condizioni (ad esempio nell’insufficienza renale, in tireopatie autoimmuni, in tumori neuroendocrini extratiroidei) o semplicemente costituire un artefatto di laboratorio.

Vari dati in letteratura indicano che la risposta della calcitonina alla somministrazione endovena di Pentagastrina (un ormone sintetico) è tipica delle cellule parafollicolari C patologiche della tiroide e non di altre condizioni. Nei soggetti normali la risposta della calcitonina è praticamente assente o comunque non significativa mentre nelle persone con iperplasia delle cellule C e soprattutto in quelli con carcinoma midollare della tiroide si osserva un incremento consistente dell’ormone permettendo di porre un indicazione all’intervento di tiroidectomia. Il test viene eseguito presso l’Istituto Clinico Humanitas nel Day Hospital di Endocrinologia dopo aver selezionato i soggetti in base al dosaggio di calcitonina basale e può risultare particolarmente utile in casi ad esempio di carcinoma midollare con valori basali dell’ormone che non sono particolarmente elevati ma che mantengono una risposta esagerata al test. Oltre all’utilità diagnostica il dosaggio di calcitonina basale e stimolata con Pentagastrina costituisce un utile dato per valutare la radicalità o meno dell’intervento chirurgico di tiroidectomia e per la diagnosi delle eventuali recidive”.

A cura di Cristina Florio

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