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Prevenzione

Donne incinte, in Francia un incentivo per smettere di fumare

23/05/2016

Far smettere di fumare le donne incinte con un incentivo economico. L’iniziativa di alcuni ospedali di Parigi è di quelle che fanno discutere; è però un fatto che, nel Paese d’oltralpe, 1 donna su 5 non smetta di fumare anche se sa di aspettare un bambino. Il fumo “al femminile”, in generale, è tutt’altro che in calo nel mondo ed è anzi in forte ascesa nei paesi in via di sviluppo, ma anche in Italia le donne fumatrici sono aumentate del 3% nell’ultimo anno.

(Per approfondire leggi qui: Smettere di fumare migliora il metabolismo)

«Ognuno è libero di fare le scelte che ritiene opportune, una volta che sia consapevole dei rischi che corre. Secondo me, però, quello che non è corretto è scegliere anche per chi non è ancora nato. È ampiamente dimostrato che l’esposizione dei bambini al fumo passivo aumenta il rischio che si verifichi nel neonato la sindrome della morte improvvisa, una sindrome respiratoria che nei paesi sviluppati è la prima causa di morte dei bambini nati sani; più grave ancora, se possibile, il fatto che il feto è molto più sensibile dell’adulto all’effetto nocivo del fumo di tabacco, in quanto i suoi organi stanno ancora sviluppandosi e non sono quindi maturi. Anche la disintossicazione dalle sostanze nocive è più difficoltosa, poiché nel feto i sistemi enzimatici necessari non sono ancora completamente “pronti”».

Per smettere di fumare anche le future mamme possono rivolgersi a un Centro antifumo

«Se il feto è esposto al fumo passivo è molto più probabile, quindi, che si manifestino malformazioni», spiega la dottoressa Licia Siracusano, oncologa e referente del Centro antifumo di Humanitas, che prosegue: «Per questo motivo qualsiasi iniziativa che aiuti le future mamme a fare la scelta giusta è certamente benvenuta. Credo anzi che si dovrebbe e potrebbe fare di più anche per convincere a smettere almeno chi ha o ha avuto una malattia importante (per esempio infartuati, diabetici e lungosopravviventi oncologici) che, continuando a fumare, aumenta considerevolmente i rischi di ricadute e spesso riduce anche l’efficacia dei farmaci che gli sono stati prescritti. Anche chi avesse difficoltà nel farcela da solo, una cosa normale specialmente dopo anni di dipendenza, può rivolgersi al più vicino centro antifumo: troverà senz’altro chi può dargli un consiglio ed un aiuto».

La dottoressa Siracusano ha recentemente pubblicato il libro “Non fumare“, che spiega in maniera semplice ma completa tutto quello che c’è da sapere sul tabacco ed i suoi consumatori.

(Per approfondire leggi qui: Le cento domande della salute, uno sguardo su prevenzione e protezione dalle malattie)

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