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Cuore e cervello, malattie cardio e cerebrovascolari prima causa di morte in Europa

25/06/2015

Le malattie cardiovascolari sono, e continueranno ad essere anche nei prossimi vent’anni, la prima causa di morte nel mondo e in Europa: colpiscono non solo gli anziani, ma persone sempre più giovani. Lo conferma il rapporto europeo “Malattie cardiovascolari e diabete: strumenti per fornire cure migliori”, redatto dall’OCSE – Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che non si limita a fotografare la situazione presente e la proiezione futura ma fornisce linee di indirizzo che ogni Paese dovrebbe seguire per ridurre l’impatto di questi drammatici eventi.

A riportare in Italia questi dati, obiettivamente allarmanti, è ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus che rappresenta il nostro Paese in EHN – European Heart Network,  rete europea di Fondazioni e Associazioni dedicate alla prevenzione delle malattie cardio e cerebrovascolari e alla riduzione dell’impatto sanitario sociale ed economico di queste malattie.

Il progredire della conoscenza sui meccanismi che determinano gli eventi e il miglioramento della qualità e dell’accessibilità delle cure hanno fatto sì che sia cresciuto il numero di persone che sopravvivono all’evento e hanno salva la vita: si muore meno, perché sono migliorate la conoscenza dei sintomi premonitori e la tendenza a scegliere uno stile di vita intelligente già in giovane età. Il progresso della scienza ha fatto la sua parte, mettendo a disposizione strumenti sempre più efficienti nel diagnosticare e curare  infarto, ictus cerebrale, trombosi venosa e trombosi arteriosa, ed embolia.

Quali sono le maggiori sfide nel contrasto alle malattie cardiovascolari?

C’è ancora spazio, sottolinea il rapporto OCSE, per sensibilizzare alla prevenzione, migliorare le diagnosi e assicurare cure tempestive a un numero più ampio di pazienti, riducendo così l’impatto delle malattie cardiovascolari sulle singole famiglie e sull’intero Paese, in termini sanitari ed emozionali, e in termini di utilizzo delle risorse economiche sempre più insufficienti  a sostenere l’inevitabile e atteso invecchiamento  della popolazione.

Intervenendo precocemente su abitudini scorrette si possono salvare 80 persone su 100 che potrebbero evitare un ictus cerebrale o un infarto del miocardio, scegliendo per tempo di ridurre o evitare il fumo di sigaretta, di aumentare nei limiti del possibile l’attività fisica quotidiana e costante, di scegliere un’alimentazione ricca di frutta e verdura e povera di sale, di zuccheri e di grassi saturi, e con porzioni adeguate.

L’OCSE raccomanda che ogni Paese metta in atto anche con atti legislativi piani di prevenzione che facilitino le scelte intelligenti e rendano lo stile di vita sano accessibile e invitante per tutti, indirizzando i consumatori a preferire cibi sani, aumentando il prezzo di cibi particolarmente ricchi di grassi saturi, di sale, di zuccheri e di calorie pericolosi per la salute e attirando il consumatore verso il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e grassi non dannosi, e limitando le azioni di marketing che in modo più o meno occulto tentano di condizionare le preferenze e quindi le scelte dei bambini.

 

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