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Prevenzione

Papilloma, largo al vaccino

23/10/2007

Ogni anno causa 250 mila morti e 400 mila nuovi casi di cancro alla cervice dell’utero, il secondo tipo di tumore femminile più diffuso, dopo quello della mammella. Il papilloma virus (conosciuto anche come HPV, human papilloma virus) è un vero flagello, che colpisce nei Paesi ricchi le fasce meno abbienti, quelle cioè che non ricorrono agli strumenti di diagnosi precoce come il Pap test. Oltre alle donne dei Paesi poveri, come Africa e America Latina: nell’Africa sub-sahariana, ad esempio, il cancro della cervice uterina è la prima causa di anni di vita persi per le donne.
La recente introduzione nella pratica clinica del vaccino contro questo virus è dunque un grande passo avanti per la salute femminile. Commercializzato in Europa e Stati Uniti, immunizzando le pazienti il vaccino anti HPV è in grado di prevenire malattie insidiose quali le verruche dei genitali (condilomi) e, nel contempo, la degenerazione tumorale del collo dell’utero. Il vaccino, per scelta dell’autorità sanitaria europea, è dedicato alle adolescenti e giovani donne, dai 12 ai 26 anni. Si è visto, infatti, che in questa fascia d’età si ottiene la migliore protezione antivirale.
E’ la prima volta che la medicina realizza un vaccino in grado di prevenire un tumore. “Ed è una conferma importante – spiega il prof. ALlberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas – della bontà della nuova strategia intrapresa, nella lotta al cancro, in virtù delle scoperte effettuate negli ultimi anni dalla ricerca biomedica nel settore immunologico: colpire non le cellule tumorali, bensì il micro-ambiente che sta loro intorno, nel quale – e grazie al quale – crescono e proliferano. E se il vaccino preventivo è già la realtà per prevenire i tumori del collo dell’utero legati all’HPV, il futuro è rappresentato dai vaccini terapeutici, basati sull’identificazione e il riconoscimento, da parte del sistema immunitario, di strutture presenti sulla cellula tumorale, e sull’utilizzo di cellule ‘sentinella’ capaci di scatenare la risposta immunitaria. Per ora è una speranza, ma sulla quale si sta lavorando in tutto il mondo, compreso il nostro Paese”.

Le caratteristiche del vaccino contro l’HPV
Il virus HPV (Human Papilloma Virus) è in grado di penetrare all’interno delle cellule della cute e delle mucose, integrarsi nel DNA e causare la crescita di tumori benigni e maligni. Si conoscono più di 140 tipi genetici di HPV, ma i più pericolosi sono i tipi 6 e 11, che causano i condilomi, e i tipi 16 e 18, responsabili del tumore del collo dell’utero. Gli altri tipi di HPV sono all’origine delle famigerate verruche delle mani e dei piedi e vi sono ormai evidenze che questi virus siano in causa in molti altri tumori come quelli del cavo orale ,della laringe, dei genitali e della cute, soprattutto se danneggiata dal sole.
Il vaccino ha come obiettivo quello di fornire la miglior protezione possibile contro il carcinoma della cervice uterina mediante la protezione contro le infezioni e le lesioni precancerose causate dai Papillomavirus umani con alto rischio di produrre questo tipo di cancro. Si tratta di un vaccino detto “quadrivalente” perché conferisce protezione contro i tipi 6, 11, 16 e 18 del virus HPV. E’ un vaccino profilattico, che serve alle donne non ancora entrate in contatto con il virus. Si somministra con tre iniezioni sottocute: la prima al cosiddetto ‘tempo zero’ e, poi, al secondo e sesto mese dalla prima somministrazione.

A cura della Redazione

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