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Tumore al seno, si abbassa il rischio con digiuno notturno prolungato

14/05/2015

Un prolungato digiuno notturno potrebbe abbassare il rischio di tumore al seno. A sostenerlo è una ricerca dell’Università della California, San Diego, presentata nel corso dell’ultimo congresso dell’American Association of Cancer Research. Più tempo passa tra la cena e la prima colazione, più è facile tenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue. Dal momento che l’iperglicemia, ovvero l’eccessivo livello di glucosio nel sangue, è un fattore di rischio, così facendo è presumibile che il rischio di tumore diminuisca. Tuttavia, specificano gli autori dello studio, sono necessari ulteriori studi condotti su vasta scala per confermare questa ipotesi.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. Dai dati relativi a oltre 2mila e duecento donne, è emerso che a ogni tre ore in più di digiuno notturno era associato un calo del 20% delle probabilità di avere un livello di emoglobina glicata pari o superiore alla soglia prediabetica. L’emoglobina glicata è una proteina presente nei globuli rossi in cui all’emoglobina si lega il glucosio ed è un importante indice per il controllo della glicemia. Inoltre, allo stesso intervallo di tempo è stata associata anche una riduzione del 4% del livello di glicemia postprandiale, indipendentemente dalle calorie assunte. Come l’emoglobina glicata, la glicemia postprandiale, ovvero la concentrazione di glucosio nel sangue a due ore da un pasto, è un biomarcatore del controllo glicemico.

Lo studio dell’ateneo californiano si inserisce in un ambito di ricerca secondo il quale se l’alimentazione e il digiuno sono sincronizzati sul ritmo sonno/veglia, ci sono importanti implicazioni per il metabolismo: tutti profili rilevanti per il rischio di tumore al seno. Le donne analizzate nella ricerca hanno riportato queste abitudini alimentari: mangiavano cinque volte al giorno, con un digiuno medio notturno di 12 ore. Chi riportava un digiuno di durata maggiore, riportava anche un consumo inferiore di calorie al giorno e dopo le dieci di sera e mangiavano meno volte nella giornata.

 

Iperglicemia e obesità correlati a maggior rischio di tumore al seno

«Riuscendo a controllare meglio la glicemia, si ha minor voglia di mangiare nell’arco della giornata: di conseguenza, con un peso corporeo inferiore, il rischio di tumore alla mammella si abbassa», spiega il dottor Andrea Sagona, senologo, ginecologo e ostetrico di Humanitas. «Ciò accadrebbe – continua – perché l’iperglicemia e l’obesità, in particolare dopo la menopausa, sono correlati a un maggior rischio di sviluppare questo tipo di tumore. Nelle donne che convivono con l’obesità, inoltre, aumenta il livello di ormoni circolanti: un ulteriore fattore di rischio tumorale».

«Questa ricerca confermerebbe i risultati di un altro studio dal quale emergeva una debole associazione tra aumento di rischio e lavoro notturno. Stravolgere il ritmo circadiano di sonno e veglia e quindi gli orari dei pasti creerebbe un delle condizioni più favorevoli per l’insorgenza di un tumore al seno», sottolinea lo specialista.

In conclusione, se i risultati della ricerca americana dovessero essere confermati, il ruolo dell’alimentazione nell’ambito della prevenzione primaria ne uscirebbe ulteriormente rafforzato: «In un’ottica generale, per evitare l’aumento di peso e scongiurare il rischio di diventare obesi con tutte le conseguenze su esposte, sarebbe meglio mangiare entro un certo orario, seguendo il ciclo sonno-veglia piuttosto che mangiare in maniera disordinata a ogni ora», conclude il dottor Sagona.

 

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