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Prevenzione

Polmoni in fumo, ecco come curarli

10/01/2005

In Italia, il tumore del polmone colpisce circa 35.000 persone all’anno, di cui circa l’80% uomini ed il 20% donne. E’ una malattia molto grave sia perché colpisce un organo vitale, sia perché la diagnosi viene spesso fatta quando il tumore è oramai troppo esteso per poter essere curato efficacemente. Complessivamente, solo il 10-15% circa dei malati di cancro del polmone guarisce. La percentuale di sopravvivenza per i tumori polmonari operati al primo stadio è intorno al 70%, ma purtroppo nei casi avanzati la maggioranza non sopravvive oltre uno-due anni dall’esordio clinico della malattia.
Prevenzione e diagnosi precoce per scoprire il tumore prima che possa diventare grave appaiono dunque decisive per battere il tumore al polmone. In Humanitas è attivo DANTE, un progetto di ricerca proprio sulla diagnosi precoce. Ne parliamo con il dott. Maurizio Infante, coordinatore del progetto e chirurgo toracico di Humanitas.

“Il Progetto DANTE (Diagnostica Avanzata per lo screening delle Neoplasie polmonari con la TAC e la biologia molecolarE) è un programma di ricerca dedicato alla diagnosi precoce dei tumori del polmone, messo a punto dall’Unità Operativa di Chirurgia Toracica di Humanitas, diretta dal prof. Gianni Ravasi, e è sostenuto dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori con il patrocinio della ASL Milano 2 di Melegnano.
DANTE è il primo studio europeo randomizzato mirato a verificare se la diagnosi precoce effettuata su larga scala tramite l’uso estensivo della TAC spirale (capace di individuare noduli molto piccoli che possono sfuggire alla radiologia tradizionale) e di markers molecolari sia in grado di ridurre la mortalità per tumori del polmone in pazienti asintomatici.
E’ uno studio di fondamentale importanza per elaborare una pianificazione sanitaria efficace al fine di ridurre la mortalità dei malati di tumore polmonare. DANTE ci permetterà di stabilire con certezza se questa strategia di diagnosi precoce sia realmente valida, e quali siano i costi in rapporto ai benefici attesi. Per saperlo abbiamo bisogno di concludere in tempi brevi lo studio arruolando nuovi volontari che potranno beneficiare di questo screening per tenere sotto controllo la propria salute”.

Da quando è attivo Dante? E quali risultati ha ottenuto fino ad oggi?
“DANTE è attivo in Humanitas da 3 anni, ed è giunto a metà del suo cammino, coinvolgendo 1.200 volontari. L’obiettivo è chiudere la raccolta dei partecipanti arrivando a 2.400.
Fino ad ora il Progetto ha già ottenuto risultati concreti. Su 1.200 persone, provenienti per lo più dall’area lombarda, sono stati diagnosticati 27 casi di tumore polmonare (di questi solo 8 nel successivo follow-up), tutti asintomatici. Solo 1 di questi 27 tumori è stato diagnosticato attraverso l’esame dell’espettorato, tutti gli altri sono stati rilevati attraverso la TAC o l’RX del torace.
Siamo sulla strada giusta. Questo metodo di screening si è già dimostrato efficace per individuare tumori polmonari di dimensioni molto ridotte. Probabilmente lo sarà anche per ridurre la mortalità, ma per affermarlo con certezza dobbiamo prima completare il reclutamento e attendere almeno 5 anni. Sono comunque già evidenti anche i benefici collaterali al Progetto. Nelle persone che hanno partecipato allo screening abbiamo diagnosticato, in modo del tutto inatteso, patologie diverse dal tumore al polmone, come linfomi e tumori esofagei. Inoltre, abbiamo notato che la partecipazione a questo screening aumenta notevolmente la consapevolezza dei rischi per la salute: la maggior parte dei volontari che hanno aderito a DANTE, infatti, hanno smesso di fumare o per lo meno ridotto drasticamente il numero delle sigarette, e sono più propensi a sottoporsi a controlli annuali.
Più a lungo termine, gli studi molecolari aiuteranno a svelare i meccanismi cancerogenici a livello polmonare. E’ noto, infatti, che il fumo causa modificazioni genetiche alle cellule bronchiali. Poiché a tutti i partecipanti a DANTE preleviamo campioni sia di sangue sia dell’espettorato, avremo la possibilità di seguire nel tempo persone nelle quali abbiamo rilevato modificazioni di questo tipo ma non tumori. E potremo così appurare quale di questi geni modificati sia un anello importante nello sviluppo di cellule tumorali”.

Quali sono le cause del tumore del polmone?
“Si ritiene che più del 90% dei casi sia dovuto al fumo di sigaretta. I danni provocati dal fumo compaiono dopo un lungo periodo dall’inizio dell’abitudine, anche con 20 o 30 anni di ritardo, e quindi è normale che una persona possa fumare per tanti anni senza avvertire alcun problema per poi scoprirsi ammalata.
Il secondo fattore di rischio per importanza è l’esposizione professionale all’asbesto. Il rischio di sviluppare una neoplasia del polmone è maggiore, a parità di storia di fumo, per coloro che abitano in zone ad elevato tasso d’industrializzazione. Si sospettano infine delle cause predisponenti di origine genetica”.

Come si sviluppa il tumore?
“Secondo le teorie attuali, un tumore nasce da una singola cellula o da un piccolo gruppo di cellule, le quali, a causa di alterazioni genetiche, iniziano a riprodursi senza controllo, in modo autonomo, dando origine a delle masse tumorali. Ulteriori alterazioni genetiche danno alle cellule tumorali non solo la capacità di continuare a riprodursi, ma anche di iniziare a invadere i tessuti vicini, ed infine di entrare nei vasi sanguigni, ed essere trasportate dalla circolazione in tutti gli altri organi: lì formano delle masse tumorali separate dal tumore primitivo, che sono dette metastasi.
Il tumore del polmone origina quasi sempre dalle cellule che rivestono i bronchi o gli alveoli. Man mano che cresce, può interessare le ghiandole linfatiche, può invadere le strutture vicine, e può dare (molto frequentemente) delle metastasi in organi lontani, come il cervello, l’altro polmone, il fegato, o le ossa”.

Quali sono le terapie attualmente disponibili?
“La chirurgia è la più efficace terapia disponibile quando la malattia sia ancora confinata al polmone e non vi siano metastasi in organi distanti. L’intervento consiste nell’asportazione della parte di polmone contenente la malattia e delle ghiandole linfatiche circostanti.
Nei casi non operabili, esiste un’altra forma di terapia che può dare dei risultati apprezzabili, che cioè la radioterapia, che consiste nel bombardare la massa tumorale con un fascio di energia dall’esterno, causando l’arresto della crescita o la morte delle cellule tumorali. La radioterapia però è meno selettiva della chirurgia, in quanto può danneggiare anche gli organi adiacenti, e quindi deve essere utilizzata con qualche limitazione di dose.
La chemioterapia è utilizzata per i casi con malattia avanzata, ad esempio perché è invaso un organo vicino, oppure in presenza di metastasi a distanza. Essa agisce in tutto l’organismo, e colpisce anche le cellule che sono sfuggite dalla sede originaria, ma da sola è insufficiente a sconfiggere la malattia nella maggior parte dei pazienti.
Al giorno d’oggi si è osservato che la chemioterapia può essere d’aiuto anche in certi pazienti per ridurre il volume di un tumore molto grosso e renderlo operabile”.

Tutto su DANTE
A chi è rivolto
Il programma mira a coinvolgere 2.400 soggetti a rischio, grandi fumatori (almeno 20 sigarette al giorno per almeno 20 anni), di sesso maschile, di età compresa tra 60 e 74 anni. Un target scelto non a caso: sono questi infatti, per caratteristiche (fumatori), fascia d’età e sesso i soggetti più a rischio. Non sono state coinvolte le donne perché meno soggette a questa malattia: in Italia, dei 35.000 nuovi casi ogni anno circa il 80% sono uomini ed il 20% donne.

Come funziona
La partecipazione al Progetto DANTE è gratuita.
I pazienti vengono sottoposti a visita medica completa, a radiografia del torace e a un esame dell’espettorato. Sui campioni dell’espettorato vengono eseguiti due analisi: la prima al microscopio, per individuare la presenza di cellule tumorali o sospette; la seconda, con tecniche di biologia molecolare al fine di evidenziare mutazioni o alterazioni genetiche nelle cellule bronchiali che possono predisporre allo sviluppo dei tumori del polmone. In caso di reperti sospetti, sono subito effettuati ulteriori accertamenti.
Ogni anno, tutti i pazienti inseriti nel programma DANTE sono sottoposti a una nuova visita medica, e nel 50% dei casi viene ripetuta la TAC spirale, mentre nell’altro 50% viene effettuata una radiografia (la TAC ed altri accertamenti solo se emergono segni o sintomi anormali). Ciò dipende dalle caratteristiche proprie del Progetto di ricerca (randomizzato), che mette a confronto 2 diversi metodi di prevenzione dei tumori polmonari.

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