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Prevenzione

Previeni le patologie degli occhi con l’autodiagnosi

04/03/2008

Il dott. Paolo Vinciguerra e la dott.ssa Grazia Maria Quaranta, responsabile e specialista di Oculistica in Humanitas, spiegano come diagnosticare e come curare le più comuni patologie oculari.

I controlli da fare da 10 a 30 anni:

  • visita annuale in presenza di vizi di refrazione;
  • visita da concordare con oculista in presenza di patologie oculari;
  • visita ogni 2-3 anni in assenza di anomalie.

Controlla la tua vista: l’autodiagnosi

Quando andare dall’oculista?

  • Quando si hanno difficoltà nella visione per lontano o per vicino: visione “sfuocata”, non nitida. Quando si avvertono stanchezza e cefalea immotivate;
  • in caso di dolore e/o fastidi oculari;
  • restringimento del campo visivo;
  • calo improvviso della vista;
  • visione di macchie scure mobili o fisse, centrali o periferiche;
  • visione distorta;
  • riduzione della sensibilità al contrasto, alterazione nella visione dei colori.

È importante ricordare che molte patologie oculari sono asintomatiche. Comunque in caso compaiano questi sintomi consultare un oculista per escludere importanti patologie oculari quali: strabismo latente, cheratocono, glaucoma, cataratta, distacco di retina, degenerazioni maculari, neuriti ottiche.

Occhiali o lenti a contatto?

Le lenti a contatto (LAC) possono rappresentare un’alternativa all’utilizzo degli occhiali soprattutto in presenza di vizi refrattivi elevati. Le LAC ed il tipo di lente specifico per ogni occhio: rigide, semirigide e morbide devono essere sempre prescritte dall’oculista dopo un’accurata visita per escludere patologie oculari o sistemiche che potrebbero interferire con l’utilizzo delle stesse. È importante valutare una serie di parametri quali l’età, l’ambiente lavorativo, il tipo di attività e l’uso che se ne vuole fare.
Alcuni farmaci potrebbero rappresentare una controindicazione all’applicazione delle stesse, come anche l’ “occhio secco” o congiuntiviti allergiche ricorrenti. L’uso delle LAC non può essere continuativo, esiste un limite di utilizzo giornaliero e devono sempre essere alternate con gli occhiali; questo permette alla cornea di ossigenarsi e riduce il rischio di infezioni. L’instillazione di sostituti lacrimali monouso prima e durante l’applicazione delle LAC aumenta la tollerabilità sia in caso di iposecrezione lacrimale che di condizioni climatiche o ambientali poco favorevoli. L’ultima innovazione del settore è rappresentata dalle lenti morbide usa e getta giornaliere, le cosiddette “one-day”. Riteniamo che siano una valida alternativa alle semirigide, maggiormente utili nei soggetti che le utilizzano saltuariamente e negli sportivi: sono più igieniche e presentano un rischio ridotto di contaminazione.

Le novità della ricerca

Una delle più recenti ed innovative scoperte degli ultimi anni è rappresentata dal trattamento del cheratocono mediante Uva Cross-Linking. Si tratta di una metodica parachirurgica (laser-terapia) che permette di rinforzare la struttura della cornea affetta da cheratocono attraverso l’intreccio e l’aumento dei legami tra le fibre del collagene corneale. Questo avviene mediante l’instillazione di un collirio a base di vitamina B12 o riboflavina e la successiva irradiazione della cornea con raggi ultravioletti di tipo A (UVA) a basso dosaggio. È un trattamento indolore e viene effettuato ambulatorialmente. La selezione dei pazienti da trattare avviene secondo un protocollo molto rigoroso, in seguito a visita oculistica approfondita che comprende l’analisi della cornea affetta da cheratocono con topografi moderni per ottenere una corretta stadiazione della patologia.
Gli effetti del trattamento durano alcuni anni, dopodiché può essere necessario ripetere l’intervento. Fino ad ora nei pazienti trattati con questa tecnica non si sono verificati effetti collaterali. Il Cross-Linking rappresenta sicuramente una delle più importanti innovazioni in campo oftalmologico degli ultimi anni, dai primi studi condotti sull’uomo si dimostra in grado di rallentare l’evoluzione del cheratocono progressivo non più correggibile otticamente con occhiali o lenti a contatto e la cui unica alternativa era rappresentata fino ad ora dal trapianto della cornea.

Il laser per eliminare la miopia

Fino a qualche tempo fa la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo erano correggibili solo con gli occhiali e/o lenti a contatto. La correzione degli stessi mediante Chirurgia Refrattiva con Laser ad Eccimeri ha rappresentato una delle innovazioni più importanti in campo oftalmologico degli ultimi anni. È importante ricordare che il trattamento laser è indicato maggiormente in tutti i casi in cui si riscontrano caratteristiche oculari, ambientali o lavorative tali da impedire al soggetto di utilizzare al meglio la propria vista.
La tecnica consiste in un raggio di luce ultravioletto che, comandato da un computer su cui sono stati impostati i dati refrattivi preoperatori, interagisce con il tessuto corneale. Lo scopo è di modificare il potere refrattivo della cornea aumentando o diminuendo il raggio di cuvatura centrale, in poche parole il laser è in grado di eliminare in pochi secondi e con grande precisione alcuni micron di tessuto corneale senza danneggiare il tessuto circostante. In questa maniera si modifica il potere refrattivo della cornea eliminando parzialmente o totalmente il difetto visivo.

Le tecniche maggiormente utilizzate, a discrezione del chirurgo ed in considerazione sia dell’entità del difetto visivo che delle caratteristiche del paziente sono: la Fotoablazione di superficie: Prk, Lasek, Epilasik e la Fotoablazione Intrastromale (SBK-Lasik). L’intervento è ambulatoriale, sicuro, indolore e dura complessivamente qualche minuto. Al termine del trattamento laser viene applicata una lente a contatto protettiva che viene rimossa nei giorni successivi. Allo stato attuale disponiamo di Laser di ultima generazione con caratteristiche tali da permettere un’ablazione qualitativamente migliore e creare delle zone di transizione in modo da ottenere margini più smussi ed un passaggio graduale tra zona ottica trattata e cornea integra. L’Istituto Clinico Humanitas è dotato di un Laser ad eccimeri collegato con un software che mette a disposizione del chirurgo un navigatore (OPA) capace di indicare al micron le fettine di cornea da asportare. L’obiettivo è quello di modellare la cornea in modo uniforme ed eliminare gli inconvenienti collaterali come ad esempio la scarsa visione dopo il tramonto.

A cura del dott. Paolo Vinciguerra e della dott.ssa Grazia Maria Quaranta, responsabile e specialista di Oculistica in Humanitas.

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