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Melanoma, italiani ad alto rischio

09/05/2015

Lampade abbronzanti, scarsa protezione e tintarella sfrenata. Gli italiani continuano a mettere in atto comportamenti scorretti che fanno aumentare il rischio di melanoma, un tumore della pelle. Come rivela uno studio pubblicato su Dermatology, ci sono dai 6 ai 15 nuovi casi di melanoma all’anno ogni 100mila abitanti, con un’incidenza crescente da Sud a Nord. A tutti è quindi rivolto l’invito della SIDeMaST, la Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, in occasione dell’Euromelanoma Day.

Secondo il rapporto del 2014 “I numeri del cancro in Italia”, diffuso dall’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica, e dall’Airtum, l’Associazione italiana registri tumori, il melanoma è il terzo tumore più frequente sia nei maschi che nelle femmine al di sotto dei 50 anni. La forma maligna è in costante aumento (+3,6% negli uomini e +3,7% nelle donne all’anno). Tuttavia la mortalità di questo tipo di tumore è piuttosto remota e la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è salita del 14% negli uomini e del 6% nelle donne.

Gli specialisti sottolineano come, a differenza di altri tipi di tumore, l’incidenza del melanoma è aumentata, in particolare nei più giovani. Questo dimostra il fallimento delle campagne di prevenzione sul melanoma. Per tanto tempo è stato ripetuto ai soggetti con pelle chiara di spalmarsi creme solari per proteggersi dai raggi ultravioletti, ma evidentemente non ha funzionato. Ciò ha spinto la gente a stare di più al sole, non di meno. Il messaggio che deve passare è un altro: sotto il sole si va coperti, con indumenti uv proteggenti o con semplici magliette di cotone. Sulle parti sempre esposte, ad esempio il viso, vanno applicati dei fotoriflettenti minerali, più efficaci e resistenti delle creme solari, e ci si spoglia solo il tempo necessario per un bagno.

 

Ancora diffusi i comportamenti scorretti nell’esposizione al sole

Le buone abitudini vanno apprese da piccoli e seguite per sempre. Alcuni ricercatori sostengono che il melanoma comincia a formarsi nei primi anni di vita, quando la pelle è impreparata e l’esposizione ai raggi uv è molto dannosa. Fino a 5-6 anni il Dna delle cellule della pelle subisce dei danni che portano allo sviluppo del melanoma 30 anni dopo. La pelle dei bambini non va esposta direttamente al sole ma va coperta accuratamente.

Dallo studio che ha preso in esame oltre 1400 pazienti affetti da melanoma, emergono chiaramente le cattive abitudini che molti italiani seguono. Al Nord l’abbronzatura artificiale è una tendenza ancora dura a morire. Le lampade e i lettini abbronzanti sono diventati molto potenti, più di 10 volte l’azione dei raggi solari. Anche in questo caso, le conseguenze si pagano crescendo. Inoltre, chi abita nelle regioni settentrionali, avendo una pelle più chiara, è esposto a un rischio maggiore e riporta più spesso una storia di ricorrenti scottature solari, soprattutto da bambini. Ancora, al Centro c’è una maggior abitudine a prendere il sole nelle ore più calde della giornata, mentre al Sud i melanomi sono più aggressivi; i meridionali sono meno inclini a rivolgersi al dermatologo.

È fondamentale che almeno una volta nella vita ci si faccia controllare i nei e le condizioni della pelle per stabilire se si è a rischio. Se lo si è, sarà il dermatologo a stabilire la frequenza dei controlli. Il melanoma, se rilevato in tempo, guarisce al 100%. Queste giornate di prevenzione sono le benvenute. Qui in Humanitas, ad esempio, sabato 23 maggio i dermatologi saranno a disposizione per visite gratuite e sarà possibile rivolgersi agli specialisti per ottenere tutte le informazioni necessarie per proteggere la salute della pelle.

 

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