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Benessere

Polvere, attenti all’acaro!

16/10/2006

Sono organismi microscopici, che però possono dare grossi problemi a chi soffre di allergia. E i fastidi si acutizzano nella stagione fredda. 

Per molte persone la stagione fredda significa asma, rinite, congiuntivite, ma anche comparsa di eczema. È il popolo degli allergici agli acari. L’allergia agli acari della polvere procura disturbi durante tutto l’anno che, però, spesso si riacutizzano nei mesi autunnali ed invernali per poi ridursi nei mesi estivi. Come tutte le allergie provoca diversi fastidi, ma con alcune buone norme di comportamento è possibile ridurre le concentrazioni di questi microrganismi negli ambienti domestici e talvolta le reazioni allergiche ad essi correlate. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Lucia Testoni e con il dott. Massimo Giorgino, specialisti in Allergologia e Immunologia Clinica in Humanitas, presso l’Unità Operativa diretta dal dott. Michele Ciccarelli.

Ma cosa sono gli acari?
“Gli acari sono microscopici aracnidi (non si vedono ad occhio nudo) che vivono sulla Terra da più di 80 milioni di anni. Si fanno trasportare dalle correnti d’aria all’interno dei locali dove si attaccano ai vestiti o agli insetti (come le mosche) e si nutrono di tutto ciò di organico che trovano nelle case come forfora, peli, squame della pelle (ognuno di noi ne perde solo sul letto almeno un grammo al giorno). Gli acari sono assolutamente innocui, fatta eccezione per le persone allergiche. Nonostante sia microscopico, l’acaro è comunque troppo grande per poter essere inalato dalla vie respiratorie. I disturbi, infatti, sono causati da una reazione allergica dopo l’inalazione delle particelle fecali dell’acaro (grandi non più di pochi milionesimi di millimetro). Gli acari vivono nelle nostre case, dove trovano l’ambiente ideale, in particolare si annidano in tappeti, imbottiture d’arredamento e materassi. Proliferano meglio a temperature superiori a 25 gradi e a umidità maggiore del 60 per cento”.

Come si ha la certezza di essere allergici agli acari della polvere di casa?
“La diagnosi di allergia parte prima di tutto da un’accurata raccolta dei dati relativi al paziente. In particolare sarà importante indagare la sua storia familiare – trattandosi di una malattia con una forte predisposizione genetica –, l’esposizione professionale a sostanze chimiche o nocive, l’eventuale concomitante abitudine al fumo. Successivamente si analizzano l’epoca di insorgenza e le caratteristiche dei sintomi allergici, la loro periodicità, i risultati ottenuti con precedenti terapie. Dopo un accurato esame obiettivo il medico allergologo può effettuare i test cutanei (‘prick test’) che in molti casi permettono di documentare la causa delle manifestazioni allergiche. In caso di impossibilità ad eseguire i ‘prick test’ o in caso di discordanza tra i test e la storia clinica del paziente si può eseguire un prelievo di sangue, il RAST, che determina la presenza degli anticorpi specifici per l’allergene sospetto”.

Cosa si può fare in caso di allergia agli acari della polvere di casa?
“Il primo approccio è quello di una terapia sintomatica, diretta cioè a ridurre i sintomi dell’allergia utilizzando farmaci antistaminici, cortisonici, antileucotrieni o broncodilatatori. Quindi si può prendere in considerazione la terapia iposensibilizzante, il cosiddetto ‘vaccino’”.

Si può prevenire?
“La prevenzione è un importante strumento per poter ridurre le manifestazioni allergiche legate agli acari della polvere. Se, infatti, si mettono in atto norme di comportamento che intervengono sull’ambiente in cui si vive, può ridursi la serietà dei sintomi allergici e lo stesso utilizzo di farmaci. Ecco le principali indicazioni di bonifica ambientale consigliate:

– Nell’ambiente domestico tenere una temperatura inferiore ai 22 gradi e umidità inferiore al 50 per cento, quindi areare frequentemente gli ambienti chiusi o usare impianti di condizionamento d’aria, in modo da ridurre l’umidità. Evitare di asciugare la biancheria all’interno della casa.

– Avvolgere materassi e cuscini in una custodia di plastica con cerniera o in una apposita fodera antiallergica (coprimaterasso e copricuscino ‘anti-acari’). Lavare la biancheria del letto anche bisettimanalmente a temperature superiori ai 60 gradi. Esporre frequentemente all’aria e al sole materassi, cuscini, federe e lenzuola. Sostituire i materassi e i cuscini di lana o di piume con altri, per esempio in derivati sintetici della gomma. Ancora più affidabili sono i materassi ortopedici in poliuretano denso che rappresentano un habitat sfavorevole alla riproduzione e allo sviluppo degli acari.

– Sostituire le coperte di lana (soprattutto di lana Merinos che contengono alte concentrazioni di acari) con coperte sintetiche, più facilmente lavabili ad alte temperature.

– Rimuovere accuratamente la polvere dai pavimenti e dai mobili con aspirapolvere (meglio se dotato di filtro HEPA) o con un panno umido, in modo da non sollevare la polvere. Eliminare moquette e tappeti. Rimuovere tendaggi pesanti e sostituirli con tende lavabili o di materiale sintetico”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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