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Lo sai che le donne sono più a rischio di calcoli biliari?

16/05/2017

 

Tra i diversi fattori associati all’aumentato rischio di calcoli della cistifellea, cioè i “sassolini” che possono formarsi nella sacca che raccoglie la bile prodotta dal fegato per digerire i grassi che introduciamo con l’alimentazione, alcuni sono modificabili e chiamano in causa lo stile di vita, altri invece, come l’appartenenza al sesso femminile, non lo sono – spiega il dottor Stefano Bona, responsabile della sezione di Chirurgia Generale e Day Surgery di Humanitas. – Nelle donne, anche l’assunzione dei contraccettivi orali a base di ormoni estro-progestinici e le alterazioni ormonali che si verificano in corso di gravidanza sono fattori tendono ad aumentare il rischio di sviluppare calcoli biliari. Quando a questi fattori si aggiungono anche sovrappeso, soprattutto a livello addominale, obesità, sedentarietà, diabete, ma anche perdita troppo rapida di peso e digiuno, il rischio di sviluppare calcoli alla cistifellea aumenta anche negli uomini. In particolare le persone obese presentano maggiori livelli di colesterolo che la cistifellea non riesce a sciogliere e si “solidifica” in “sassolini” che possono causare infiammazione della cistifellea, dei dotti biliari e del fegato, e manifestarsi con sintomi quali nausea e dolore addominale ma la cui presenza può essere anche silente. Contro i calcoli biliari, e per ridurre il rischio di svilupparli, può essere utile assumere più alimenti ricchi di vitamina C, fare attività fisica, mentre è irrilevante bere molta acqua che, invece, è d’aiuto nei casi di calcoli renali.

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