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Lo sai che stili di vita sani “compensano” i geni “cattivi” nel tumore del colon retto?

22/05/2017

Scegliere di modificare le proprie abitudini a favore di sani stili di vita, non solo gioca un ruolo più importante della predisposizione genetica nella prevenzione primaria dello sviluppo del tumore del colon retto ma anche nella prevenzione delle recidive dopo la chirurgia – spiega il professor Antonino Spinelli, responsabile di Chirurgia del Colon e del Retto di Humanitas e docente di Humanitas University. – Fumo, alcol, obesità soprattutto addominale, scarsa attività fisica, dieta ricca di carne e povera di fibre sono fattori rilevanti nel determinare lo sviluppo della malattia. Tra tutti, l’obesità addominale è il fattore di rischio più importante perché influenza due meccanismi, l’insulino-resistenza e l’infiammazione cronica, che aumentano il rischio di sviluppare cellule tumorali essendo coinvolte nella regolazione dell’espressione dei geni correlati allo sviluppo del tumore colon-retto. Questo conferma ancora una volta che l’adozione di uno stile di vita sano può ridurre in maniera rilevante sia l’incidenza delle neoplasie, che il tasso di recidiva dopo terapie mediche e chirurgiche efficaci. Pertanto, come dimostrano le evidenze scientifiche, modificare le proprie abitudini e seguire uno stile di vita più attivo che includa un’alimentazione sana e ricca di fibre, con un’attenzione particolare al controllo del peso e del grasso addominale può aiutare a controbilanciare il rischio derivante dalla presenza di variazioni genetiche “avverse”, cioè dei cosiddetti geni “negativi”. Infatti, è stato dimostrato che la familiarità per il tumore non si basa soltanto sulla genetica condivisa, ma anche sulla condivisione di stili di vita scorretti che influenzano e potenziano l’espressione dei geni favorendo una proliferazione di cellule incontrollata. Per questo motivo, e su queste evidenze scientifiche, nonostante le campagne di screening per età, cioè per gli over 50, abbiano dimostrato una buona efficacia nella prevenzione dei tumori, sarebbe necessario includere nei parametri degli screening non solo l’età ma anche i rischi ambientali e le abitudini di vita.

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