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Tecnologia

Radiografie in 3D (e con meno raggi)

08/07/2012

Per la prima volta in Italia EOS, un innovativo macchinario radiologico che consente di studiare la colonna vertebrale e gli arti inferiori in posizione eretta, con la massima precisione e una dose di raggi inferiore del 90% rispetto ad una TAC e di 8 volte rispetto ad una radiografia tradizionale. Particolarmente indicato per lo studio delle patologie della colonna e muscolo-scheletriche di bambini e anziani, offre ai chirurghi ortopedici e ai neurochirurghi informazioni preziosissime per intervenire in modo mirato e mini-invasivo.

eos_apeUn’apparecchiatura radiologica di nuova concezione, messa a punto dalla Società Aerospaziale francese. La prima in Italia e fra le primissime in Europa. EOS, è questo il nome del macchinario in funzione dall’inizio di febbraio presso l’Istituto Clinico Humanitas, che con una quantità minore di raggi rispetto a quella impiegata per una normale radiografia (ben 8 volte meno) e fino al 90% in meno rispetto alla TAC), permette di effettuare diagnosi estremamente precise e veloci. Il sofisticato software di post processing di cui è dotato consente ad EOS di ricostruire lo scheletro intero in 3D, garantendo una valutazione di alta precisione delle curvature della colonna vertebrale, ed uno studio degli aspetti posturali dei pazienti, in particolare di bambini ed anziani, difficilmente valutabili con le tecniche tradizionali.
“L’utilizzo di EOS – spiega il dott. Luca Balzarini, responsabile dell’Unità Operativa di Radiologia Diagnostica di Humanitas – è particolarmente vantaggioso nei giovani pazienti portatori di patologie della colonna vertebrale che necessitano di un follow-up ripetuto nel tempo. Nel caso, ad esempio, di un bambino affetto da scoliosi, poter effettuare il necessario monitoraggio costante (circa ogni 6 mesi) con una dose minima di radiazioni è fondamentale”.

Guarda lo speciale di “Lombardia Salute e Società”:

La colonna vertebrale in 3D per studiare la scoliosi a tutte le età
In campo neurochirurgico EOS rappresenta una vera e propria rivoluzione. “Grazie allo speciale software di cui è dotato – spiega il dott. Maurizio Fornari, responsabile dell’Unità Operativa di Neurochirurgia di Humanitas – questo macchinario consente di ottenere una rappresentazione della colonna in 3D e di ricostruire tutte le anomalie angolari di carico che hanno interessato questa zona e quella del bacino nel corso degli anni. In questo modo è possibile non solo studiare le malattie degenerative della colonna dovute all’età medio-avanzata, ma anche risalire alle origini del problema. Si stima infatti che il 90% di queste problematiche, oggi sempre più frequenti dato l’invecchiamento della popolazione, sia espressione di un carico anomalo della colonna in fase precedente. Utilizzando EOS il neurochirurgo può quindi stabilire con estrema precisione l’entità del danno subito dal paziente e valutarne la possibile evoluzione. Avvalendosi di questa tecnologia, oltre che del sistema di neuronavigazione spinale con la TAC operatoria con O-Arm – che permette di acquisire immagini ad alta definizione dell’anatomia del paziente direttamente nella posizione operatoria e di trasferirle ad un sistema di guida informatizzata del gesto chirurgico e di successiva verifica dello stesso – è possibile intervenire in modo molto più mirato, preciso e meno invasivo per correggere la curvatura della colonna”.

Protesi d’anca: interventi più precisi e personalizzati
EOS consente di acquisire immagini del paziente in piedi, senza ingrandimenti né distorsioni verticali, dunque estremamente accurate ed utili per la pianificazione di eventuali interventi chirurgici in particolare sulla colonna, sull’anca e sul ginocchio. “EOS cambia in maniera radicale il modo in cui il team di ortopedici è in grado intervenire sulle patologie muscolo-scheletriche di tutte le età, dal bambino alla persona anziana – spiega il dott. Guido Grappiolo, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Protesica dell’Anca di Humanitas – Le immagini che fornisce consentono di effettuare interventi più precisi e personalizzati. Nel caso dell’impianto di una protesi d’anca, ad esempio, il chirurgo basandosi su immagini in scala 1:1 può definire con maggior precisione il planning operatorio e le corrette dimensioni della protesi da utilizzare. Senza, come invece accade con le normali immagini radiologiche, dover rielaborare i dati acquisiti traducendoli in scala reale.
La visione tridimensionale, inoltre, evita distorsioni e consente misurazioni reali delle deviazioni assiali degli arti, cosa impossibile con RX standard anche total body. EOS risulta pertanto utile nelle correzioni di tali anomalie (displasie) in campo sia protesico sia osteotomico (chirurgia conservativa). Infine, l’utilizzo di EOS consente la visualizzazione e correzione di eventuali mal posizioni protesiche (revisioni)”.

“Data la ridotta quantità di raggi che utilizza e l’elevata precisione delle immagini fornite – conclude il dott. Balzarini – EOS è, con buona probabilità e laddove indicato, destinato in un futuro a sostituire gli strumenti di radiologia tradizionale

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