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Alla scoperta della irregolare geometria del fegato

28/11/2005

La rivista scientifica The World Journal of Gastroenterology pubblicherà una ricerca condotta in Humanitas e volta a ricavare, tramite un apposito software basato su particolari formule matematiche, valutazioni oggettive dell’entità delle lesioni epatiche. Il Comitato Editoriale della rivista ha così commentato il lavoro: “Gli investigatori dimostrano un modello che fornisce le prime valutazioni metriche delle proprietà geometriche della fibrosi e dei cambi quantitativi dell’architettura del tessuto epatico”.
Il progetto di ricerca, guidato dal professor Nicola Dioguardi, è stato realizzato dal dottor Fabio Grizzi, dalla dottoressa Barbara Franceshini, dal dottor Carlo Russo e da Giorgia Ceva-Grimaldi del Laboratorio di Medicina Quantitativa di Humanitas, con la collaborazione della dottoressa Paola Bossi di Anatomia Patologica.
Si tratta di uno studio che cambia il metodo di valutazione della biopsia epatica. E’ basato sulla geometria frattale, disciplina matematica modernissima in grado di misurare i corpi irregolari come le strutture epatiche e le cicatrici (isole di collagene) che derivano dalle loro lesioni. Osservate al microscopio, queste si arricchiscono di particolari con forme che cambiano ad ogni ingrandimento, quando emergono nuovi particolari irregolari.

“Le cicatrici provocate sul fegato da malattie come l’epatite che porta alla cirrosi – spiega il professor Dioguardi – sono un indicatore fondamentale per capire se la malattia sta regredendo o peggiorando. Riuscire a misurarle significa, in termini terapeutici, conoscere con esattezza il livello di danno epatico, prescrivere la terapia più adatta e valutare con rigore i suoi effetti.
Fino ad oggi la valutazione delle cicatrici si è basata su dati soggettivi dettati dall’esperienza e dal giudizio personale dello specialista. Nel nostro laboratorio, invece, il tessuto epatico viene analizzato con un microscopio che con una metodologia interamente computerizzata valuta, in micrometri, l’estensione dell’infiammazione e della fibrosi (cicatrizzazione) in termini di grandezze, i.e. di vere variabili scientifiche. Un particolare software riesce a misurare con esattezza il perimetro, l’area, la rugosità del tessuto epatico superstite e delle componenti del processo epatitico cronico. Fornisce un epatogramma che, documentando con precisione il livello di cicatrizzazione del fegato, ci dà le informazioni necessarie per una corretta diagnosi e per valutare l’evoluzione della malattia, e di conseguenza l’efficacia della terapia. In questo modo riusciamo in un tempo ridottissimo, calcolabile in una piccola manciata di secondi per millimetro quadrato di superficie della sezione istologica, a dare una valutazione quantitativa, oggettiva, che prescinde dal giudizio soggettivo dell’osservatore che la esamina”.

Pubblicando l’intera ricerca, il World Journal of Gastroenterology sancisce dunque la validità del metodo messo a punto dal professor Dioguardi nel Laboratorio per la Ricerca di misure metriche in Medicina, parte del Centro di Medicina Teoretica sponsorizzato dalla Fondazione Rodriguez. L’applicazione di questo metodo fa entrare il gruppo di studio che opera in Humanitas nella storia della valutazione dell’istologia del fegato.

Di Monica Florianello

Le immagini mostrano una sezione di tessuto epatico con in evidenza la fibrosi colorata in rosso (a sinistra), e (a destra) le irregolari isole di collagene, il cui insieme costituisce la fibrosi, catalogate in base alla loro grandezza a mezzo di un sistema automatico di analisi delle immagini.

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