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Bellezza

I segreti per ringiovanire il viso e riempire le rughe

08/01/2008

I consigli del dermatologo per ringiovanire la pelle, tra scienza, falsi miti, delusioni e metodi da evitare.

Rughe che aumentano, macchie che compaiono, pelle che si rilassa. Sono questi i segnali principali che si presentano sul volto quando l’età avanza e, purtroppo, il volto invecchia prima di altre aree cutanee. È forte la tentazione di agire e fare qualcosa, ma cosa? Le creme, anche se messe costantemente, sembrano non bastare più. È quindi ora di passare a trattamenti più energici come la chirurgia, il laser, il peeling chimico o il riempimento con ialuronico? E che cos’è la rivoluzionaria tecnica dello “stimolo funzionale”? Difficile orientarsi nella scelta. Per non incorrere in delusioni e, soprattutto, per non provocare danni alla cute, abbiamo chiesto ai professionisti di Humanitas di chiarirci le idee e di fare il punto sulle possibilità reali (e non di fantasia) delle tecniche per ringiovanire il viso.

Innanzitutto, quali sono le cause delle rughe?

Il volto invecchia per tre cause principali: la mimica, i raggi UV e la forza di gravità. L’espressione mimica del volto è dovuta alla contrazione di decine di muscoli che, nel tempo, sfiancano le fibre elastiche e di collagene. Si formano, così, le rughe dette, per l’appunto, ‘mimiche’, le più complicate da trattare. I raggi UV, a loro volta, nel tempo distruggono le fibre elastiche e di collagene creando le rughe minori oltre alle macchie. Infine, la forza di gravità porta verso il basso la pelle che ha perso ormai la propria elasticità.

Chirurgia, laser e peeling chimici sono efficaci per avere un viso giovanile?

Lasciando da parte la chirurgia ricostruttiva facciale, che è riservata a particolari situazioni, sono fiorite negli ultimi anni numerose proposte di trattamento miranti a migliorare l’aspetto del volto. Si è cominciato con i peeling chimici forti, cioè facendo agire acidi in grado di corrodere le parti più esterne dalla pelle. In questo modo si promuoveva una riparazione con nuove cellule. All’inizio il trattamento sembrava una valida soluzione, poi si è compreso che il risultato estetico positivo durava poco tempo e che, ripetendo i trattamenti di peeling, si andava incontro ad un progressivo invecchiamento. Esattamente l’opposto di quanto si voleva ottenere. Un decennio fa alcuni ricercatori americani avevano notato che, trattando la pelle del volto invecchiata con il raggio laser ottenevano una distensione della pelle stessa con scomparsa delle rughe più superficiali e riduzione di quelle più profonde. Il raggio laser, infatti, provoca un immediato surriscaldamento delle fibre di collagene, che si contraggono rendendo più compatta la pelle. Ma anche questo con il tempo si è rivelato un fallimento. Infatti, dopo uno o due anni le fibre di collagene contratte dal calore si rilasciavano maggiormente peggiorando la tenuta della pelle, cioè aumentando la flaccidità. In seguito, nonostante questa esperienza negativa, sono proliferate altre attrezzature, meno costose del laser, che, sfruttando il calore, promettevano buoni risultati. In pratica, il calore veniva generato da impulsi in radiofrequenze o da impulsi di luce (luce pulsata). Il risultato, però, è stato lo stesso del laser: un miglioramento transitorio seguito da un peggioramento. Purtroppo, allo sfibramento delle fibre di collagene causato dal calore non vi è più rimedio.

E riguardo ai fillers?

Più recentemente si è pensato di riempire le rughe iniettandovi alcune sostanze, chiamate in inglese ‘fillers’. Si è cominciato con le iniezioni di collagene bovino, ma si è visto che si sviluppavano reazioni immunologiche. Si è, così, passati all’acido ialuronico, ma questo veniva riassorbito troppo in fretta. Si è passati, quindi, ad iniettare delle resine liquide non riassorbibili o dei polimeri a lento riassorbimento, ma si è osservato che la pelle reagiva formando indurimenti o, addirittura, cicatrici. Anche iniettando le cellule del proprio grasso con la cosiddetta ‘tecnica del lipofilling’, non si ottenevano risultati validi: il grasso veniva riassorbito. Di fronte ad un panorama così deludente, che ha causato a volte anche severi danni, oggi è cambiata completamente la direzione.

La direzione giusta è quella dello “stimolo funzionale”?

Le nuove scoperte sulla funzione della pelle e, in particolare, la possibilità di attivare le cellule staminali, hanno dato origine alle tecniche di ringiovanimento attraverso lo ‘stimolo funzionale’. Abbandonati acidi, calore e fillers, oggi si sfruttano, in modo fisiologico, quindi del tutto naturale, le capacità di reazione della pelle stessa. In altre parole la pelle che invecchia deve essere stimolata a reagire. La tecnica più affermata è la Terapia Fotodinamica, che consiste nell’eliminare selettivamente, attraverso un fotosensibilizzante, le cellule invecchiate in modo che si sostituiscano con cellule giovani generate dalle staminali. Un’altra tecnica che si va affermando è il Needling, che consiste nel provocare migliaia di micropunture con appositi aghi per fare in modo che la pelle reagisca producendo fattori di crescita. Molto promettente, poi, è anche la tecnica del Micropeeling, che consiste nell’accelerare il processo di ricambio delle cellule aumentando la velocità di desquamazione. Anche la fotobiostimolazione, che consiste nell’attivare le cellule con impulsi luminosi non calorici, sembra dare risultati molto validi. Queste tecniche sono fisiologiche e naturali e andranno a sostituire quelle aggressive ed innaturali prima utilizzate. La Dermatologia di Humanitas, primo centro in Italia, propone esclusivamente tecniche di ‘stimolo funzionale’ per il ringiovanimento del volto.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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