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Sesso dopo il parto: quali attenzioni?

13/07/2004

Dopo 40 giorni dal parto la coppia può riprendere l’attività sessuale perché l’organismo femminile è pronto, ma dopo la nascita di un bambino spesso il desiderio si spegne e la passione viene dimenticata, quindi, con fatica la coppia comincia a cercarsi. Come mai? Cosa accade? Ne parliamo con gli specialisti di Humanitas.

Dopo 40 giorni si possono riprendere i rapporti sessuali?
“Per lo più sì. A distanza di 40 giorni dal parto in linea di massima l’organismo femminile si è riassestato e si può ricominciare a fare l’amore. I lochi, infatti, cioè le secrezioni che si verificano dopo il parto, sono ormai terminati, l’utero ha ripreso le sue dimensioni normali e anche le eventuali lacerazioni legate al parto sono sicuramente passate. Comunque, per essere certa, la donna può chiedere consiglio al suo ginecologo di fiducia per essere rassicurata sul fatto che può riprendere l’attività sessuale”.

Perché allora si fatica a riprendere l’attività sessuale?
“Possono esserci due spiegazioni, quella fisiologica legata agli ormoni della donna e quella psicologica legata al fatto che la donna modifica il suo ruolo all’interno della coppia. Per quanto riguarda gli ormoni entra in gioco la prolattina. Questa viene prodotta dall’organismo della donna in quantità molto maggiore subito dopo il parto per stimolare la ghiandola mammaria a produrre il latte che nutre il bambino. Allo stesso tempo, però, questo ormone interferisce con la libido ed è responsabile della caduta del desiderio sessuale. Molti credono si tratti di un meccanismo di difesa naturale messo in atto dall’organismo per evitare che la donna possa avere gravidanze ravvicinate che il suo fisico non è in grado di gestire al meglio essendo già ‘provato’ da un parto. Inoltre, dato che le pareti della vagina sono più dilatate proprio a causa del parto, c’è una perdita di sensibilità, i rapporti sessuali risultano meno soddisfacenti e questo, come in una reazione a catena, spegne la passione. In ogni caso, tutto si risolve nel giro di 3-6 mesi”.

E quelle psicologiche?
“Le motivazioni psicologiche sono legate al nuovo ruolo di madre acquisito dalla donna che stravolge le dinamiche di coppia. Si tratta di un cambiamento radicale e per la donna si modificano i punti di riferimento. Per lei esiste solo il bambino e si dedica principalmente a lui, non pensa ad altro. L’uomo, da parte sua, fortunatamente in genere non forza la donna e ne rispetta i tempi perché partecipa fin dalla gravidanza a questa nuova condizione. In pratica, la coppia ha bisogno di tempo per capire che le dinamiche sono cambiate e fermarsi un momento a riflettere sul fatto che oltre che genitori sono anche compagni, dedicando un po’ di tempo a se stessi per ritrovare l’intimità perduta. Non è necessario avere subito rapporti completi, ma sono anche importanti le coccole e le carezze per ritrovare la complicità. Non è il caso, comunque, di allarmarsi, si tratta di difficoltà che quasi tutte le coppie incontrano quando arriva un bambino”.

Ha qualche consiglio?
“Se dopo qualche mese dal parto, 6 mesi circa, il desiderio è ancora spento e la complicità assente, consiglio alla donna di parlarne con il proprio ginecologo di fiducia, che l’ha seguita durante la gravidanza e che può aiutarla in questa nuova fase. La donna può, così, esprimere le proprie difficoltà per rimuoverle. Solo conoscendo cosa sta accadendo all’uno e all’altro, infatti, è possibile risolvere la ‘crisi’ e ritrovarsi con amore prendendo coscienza del nuovo equilibrio che regola la coppia. Se, però, la situazione permane e si protrae può essere un segnale di qualcosa che già non funzionava prima dell’arrivo del bambino e che si è manifestato in modo evidente dopo la nascita. In questi casi, allora, è opportuno chiedere consiglio a uno psicologo o a un terapeuta”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

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