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Prevenzione

Smetti di fumare, …chi fuma sta in panchina!

26/01/2010

Aumenta il numero dei giovani che fumano, nonostante i danni causati dalla sigaretta siano ormai noti.


“Chi non fuma è a colori. Il fumo separa. Chi fuma sta in panchina. Chi smette di fumare è libero”. Sono messaggi semplici, pensati per raggiungere, con l’aiuto di immagini altrettanto dirette, i giovani. Proprio a loro si rivolge Humanitas con una campagna antifumo, con il patrocinio di CSI-Milano e Comune di Rozzano, e in collaborazione con Astrazeneca. Per abbandonare il vizio della sigaretta, un’abitudine dannosa che influisce negativamente sul rapporto con i coetanei, sulle relazioni affettive, sulle prestazioni sportive e perfino sull’aspetto fisico.

L’impegno di Humanitas in questa campagna di prevenzione è sostenuto dalla lettura dei dati che riguardano l’abitudine al fumo nel nostro Paese: nel 2009 i fumatori sono ancora 13 milioni, il 25,4 % della popolazione, di cui 7,1 milioni sono uomini e 5,9 milioni sono donne. Il tabagismo rappresenta quindi nel nostro Paese una tendenza ancora molto presente, in particolare tra i giovani: il 57% di italiani con età compresa tra i 15 e i 24 anni è infatti fumatore. Il dato più preoccupante, emerso dall’indagine OSSFAD DOXA ISS dalla quale sono stati ricavati questi dati, è che il numero dei fumatori in Italia è aumentato di 2 milioni nel corso del 2009 rispetto all’anno precedente. Nonostante dunque l’impegno formativo ed informativo profuso da enti pubblici e associazioni, i nostri concittadini faticano a credere che il fumo sia dannoso per la salute.

Eppure, i danni alla salute prodotti dal fumo sono noti e quantificati: “Da anni infatti – spiega il dottor Armando Santoro, responsabile del Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Clinico Humanitas – numerosi dati scientifici hanno dimostrato la correlazione tra fumo, attivo e passivo, e danni cardiologici, pneumologici, nonché maggiore rischio di sviluppo di neoplasie. Nei paesi industrializzati il fumo rappresenta la prima causa di morte per cancro e in Italia si stima che quasi 80.000 decessi all’anno siano riconducibili a questa abitudine”. A fronte di questi dati vi è la convinzione da parte degli esponenti del mondo scientifico e delle istituzioni sanitarie che la prevenzione sia il modo più efficace per contrastare questo fenomeno, spesso alimentato da carenze formative che non sono colmate dalle figure e dalle istituzioni primariamente preposte a questo scopo: la famiglia e la scuola.

Per questo nel nostro Paese, oltre all’applicazione delle norme che vietano il fumo nei locali pubblici, si è fatto ricorso all’utilizzo di campagne d’informazione che hanno l’obiettivo di segnalare, specialmente ai giovani, i rischi per la salute che derivano dal vizio del fumo. L’Istituto Clinico Humanitas offre il proprio contributo a questa causa, con il sostegno di AstraZeneca, ritenendo che sia dovere di un’Istituzione Sanitaria intervenire per mettere in guardia sulla pericolosità del fumo. Da tempo, presso l’ospedale, è attivo un Centro Antifumo pubblico che, avvalendosi di un team di specialisti composto da oncologi, otorinolaringoiatri, pneumologi e psicologi, coordinati dalla dottoressa Licia Siracusano, propone un percorso personalizzato per smettere di fumare. La campagna, realizzata su poster, partirà all’inizio di febbraio.

Il dottor Armando Santoro ricorda “il valore preventivo di queste campagne, pensate per sensibilizzare particolarmente i giovani, che sono le ‘prede’ più facili del fumo. Noi sappiamo, attraverso i risultati di un gran numero di studi clinici, che il fumo è una delle cause conclamate per l’insorgenza dei tumori. Bisogna quindi insistere attraverso ogni forma di comunicazione sui danni prodotti dal tabagismo sottolineando i vantaggi per la salute e per le relazioni di una vita senza fumo”.

 

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