Stai leggendo Nel Senato è stato approvato un documento per combattere il tumore al seno

Magazine

Nel Senato è stato approvato un documento per combattere il tumore al seno

12/04/2011

Screening, prevenzione e unità specializzate sono al centro di un documento appena approvato e che propone importanti cambiamenti di rotta nella cura di questa patologia.

tumore alle mammelleLa commissione Sanità del Senato ha appena approvato un documento (qui il testo integrale) che analizza la situazione attuale e propone importanti cambiamenti di rotta su alcune patologie degenerative. Tra queste il cancro della mammella, che negli ultimi sei anni in Italia è cresciuto del 26 per cento nelle giovani donne tra i 25 e i 44 anni.

Il cancro del seno è la patologia tumorale più frequente nelle donne, sono 38 mila i nuovi casi ogni anno con trend di incidenza in aumento. Nelle pazienti più giovani il tumore mammario è più aggressivo e le diagnosi di solito sono meno tempestive, il tasso di mortalità in questa fascia d’età è quindi più alto della media. Ma in generale se diagnosticato in uno stadio iniziale e trattato correttamente il cancro del seno può essere vinto fino al 98 per cento dei casi. “Quello che serve – spiega il dott. Corrado Tinterri, responsabile di Senologia in Humanitas, che ha partecipato ai lavori della commissione ed è coautore del testo – è un cambio di approccio globale al trattamento del carcinoma mammario. Una vera ‘rivoluzione rosa’, che affiderà la cura e la gestione di questa patologia a Unità di Senologia o ‘Breast unit’. Tali centri dovranno essere interdisciplinari, con personale dedicato e certificati dalle autorità competenti italiane ed europee”.

L’intero percorso sarebbe inserito nel Sistema sanitario nazionale. Toccherebbe alle Regioni stabilire quante e quali unità di Senologia aventi i requisiti necessari possano definirsi tali, prevedendone almeno una per ogni milione di abitanti e disponendo sistemi di controllo sull’efficienza. “Parliamo di un tumore che è in aumento – continua lo specialista – e che oggi viene trattato praticamente ovunque. Tuttavia dei 150 ospedali che operano il cancro della mammella in Lombardia solo il 10 per cento effettua più di 150 interventi l’anno con realtà sanitarie che ne trattano anche solo una decina Questo va a scapito della qualità delle cure offerte. È dimostrato attraverso l’evidenza scientifica infatti che si guarisce di più là dove la cura del tumore del seno è affidata a centri specializzati con percorsi multidisciplinari”.

Un nuovo percorso assistenziale per questa patologia vuol dire anche scuole di specializzazione che formino figure mediche dedicate: dagli oncologi ai radiologi dai chirurghi senologi ai plastici. “Pietra miliare di questa riforma è la modifica del significato e dell’attuale valore del DRG che avverrebbe come rimborso di percorso sanitario – sottolinea il dott. Tinterri -. Il sistema attuale dei rimborsi è controproducente, poiché oltre a non tener conto di come siano cambiati i costi e la preparazione chirurgica del tumore mammario, attraverso l’uso imprescindibile della medicina nucleare e della radiologia, privilegia chi effettua la mastectomia, a svantaggio dei centri che invece puntano sugli interventi più avanzati e conservativi”. Infine i protocolli di screening. “Quelli in vigore sono riduttivi e vanno rivisti – conclude l’esperto -, ci permettono infatti di individuare solo il 18-20 per cento dei nuovi casi. Un po’ perché le donne per abitudine dovrebbero sottoporsi alla mammografia con la stessa frequenza con cui fanno, ad esempio, il Pap test e così purtroppo non è. Un po’ perché la fascia d’età dei programmi di screening, 49-69 anni, esclude le donne giovani, sempre più colpite, e quelle che hanno più di 70 anni. E se è vero che l’aspettativa di vita si allunga e che il rischio di ammalarsi di tumore del seno aumenta con l’età, è evidente che le pazienti ultrasettantenni dovrebbero fare più controlli”. Gli specialisti non escludono inoltre di prevedere programmi diagnostici diversificati per tipologie di carcinoma mammario, basati sul rischio individuale e sulla storia familiare.

A cura della Redazione

Articoli che potrebbero interessarti

Non perderti i nostri consigli sulla tua salute

Registrati per la newsletter settimanale di Humanitas Salute e ricevi aggiornamenti su prevenzione, nutrizione, lifestyle e consigli per migliorare il tuo stile di vita