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Sla e calcio, quali legami?

20/03/2012

Secondo una recente tesi basata su numeri esisterebbe una stretta correlazione tra calcio agonistico e SLA. Ma gli esperti smentiscono. Un convegno FIGC prova a fare il punto. 

E’ una polemica che non si placa quella relativa al rapporto tra il calcio e la Sclerosi Laterale Amiotrofica. Secondo una recente tesi basata su numeri, infatti, esisterebbe una stretta correlazione ovvero i calciatori a causa dello sport intenso cui vengono sottoposti si ammalerebbero maggiormente di SLA. Ma gli esperti smentiscono. Sulla scia di questa discussione si apre il Convegno di Coverciano (26 marzo) organizzato dalla FIGC-Federazione Italiana Gioco del Calcio per fare il punto della situazione con i massimi esperti nazionali e internazionali e ribadire che dietro la SLA c’è la genetica e che la ricerca è importante per fare chiarezza, trovare le cause e le terapie adeguate. Tra i relatori, Bryan J. Traynor, Neuromuscular Diseases Research Group. Bethesda USA, Silvio Garattini, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, Mario Melazzini, Presidente AISLA e tanti altri. Ne parliamo con Piero Volpi, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport in Humanitas e moderatore dell’incontro come membro della Commissione scientifica che la FIGC ha istituito sulla SLA.

Professor Volpi, ci chiarisca le idee: perché si pensa esista una correlazione tra SLA e calcio?
“Da alcuni anni la malattia e la disciplina del calcio sono state collegate creando apprensione nel mondo sportivo e scientifico. La tesi è che dopo una attività sportiva strenua e intensa ci si ammali di SLA come è capitato ad alcuni noti giocatori professionisti (Stefano Borgonovo per esempio). Il motivo dell’abbinamento è l’incidenza apparentemente elevata di calciatori colpiti dalla patologia. In realtà, non esistono dati conclusivi adeguati anche se i numeri sembrano dire il contrario. Il fatto è che il popolo dei calciatori è soggetto a controlli serrati, ogni sei mesi, per cui è più facile che avvenga la diagnosi della malattia in fase precoce rispetto alla popolazione globale. Ma la relazione stretta non è stata scientificamente provata, non è dovuta ai traumi, né ai diserbanti, né all’utilizzo di integratori. La causalità sembrerebbe essere una predisposizione genetica”.

Il calcio, quindi, è salutare?
“Assolutamente sì. Le mamme che vedono i loro figli appassionarsi a questo sport possono stare tranquille. Dirò di più: l’Associazione Italiana Calciatori insieme al Ministero della Salute hanno svolto un grande lavoro di ricerca retrospettiva in cui hanno studiato la relazione tra un numero considerevole di malattie che hanno interessato i calciatori professionisti (prelevandole dai dati della pensione) per valutare quali malattie avevano maggiore incidenza e quali meno. Il risultato è stato che è vero che la SLA ha una certa rilevanza, ma diminuiscono i rischi cardiovascolari e le malattie oncologiche che sono la prima causa di morte in Italia contro i 4.000 malati di SLA (per questo viene ritenuta una patologia rara). La conclusione è che lo sport e il calcio fanno bene alla salute e che sulle cause della SLA si deve ancora fare chiarezza”.

A cura di Lucrezia Zaccaria

 

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