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Equitazione, uno sport in ascesa per la salute

16/04/2002

Cavalcare fra boschi e campagne, in mezzo al verde e lontani dallo smog cittadino è un piacere per molte persone. Oggi l’equitazione è uno sport in grande ascesa, che favorisce il contatto con la natura e permette di stabilire un rapporto benefico e distensivo con il cavallo, un animale mansueto e facile da farsi amico. Ma, prima di cominciare seriamente a dedicarsi a questo sport, è obbligatorio valutare con onestà le proprie condizioni generali di salute e affidarsi ad un istruttore competente presso uno dei numerosi centri ippici attrezzati che si trovano in tutta Italia. Controindicazione principale: i costi non proprio alla portata di tutte le tasche. L’equitazione è perciò uno sport a tutti gli effetti, se praticato con impegno e continuità. I benefici per la salute sono molteplici. Vediamo quali.

Forte potenziamento muscolare
“Andare a cavallo comporta l’impegno di diversi gruppi muscolari – spiega il dottor Lorenzo Panella, specialista in Riabilitazione e Recupero funzionale – In particolare, sono interessati gli addominali, i dorsali e i lombo-sacrali. Questi si contraggono seguendo il ritmo dell’andatura del cavallo, migliorando col tempo il tono e l’elasticità. Ma risultano coinvolti anche i muscoli del pube, dei glutei e quelli della gamba che, sollecitati, si potenziano e acquisiscono resistenza maggiore. Inoltre, traggono giovamento non trascurabile anche i muscoli delle braccia, come gli scapolo-omerali, i bicipiti e i tricipiti, e del collo”.

Aiuta l’apparato cardiovascolare
“L’equitazione può essere praticata a tutte le età, con riflessi molto positivi sulla salute, proprio perché anche il cuore e i vasi sanguigni ne traggono giovamento – aggiunge il dottor Giuseppe Capua, del servizio di Medicina dello Sport dell’Ospedale San Camillo di Roma – I battiti del cuore aumentano, infatti, in stretto rapporto con la velocità del cavallo, richiedendo di conseguenza un maggior impegno fisico a chi cavalca. Migliora anche il sistema di pompaggio del sangue dal cuore nei vasi principali e a cascata anche sui capillari in tutto il corpo. Andare a cavallo regolarmente contribuisce, inoltre, a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e a migliorare la ventilazione polmonare”.

Esatta percezione del corpo nello spazio
Ma non è finita qui. Andare a cavallo con regolarità influisce positivamente sugli organi dell’equilibrio (le cellule ciliate del Corti, all’interno dell’orecchio medio), che ricevono stimoli continui seguendo gli spostamenti in avanti o laterali, dovuti alle variazioni di equilibrio del cavallo, secondo le diverse andature. “Anche l’assestamento e il mantenimento di un equilibrio corretto sulla sella rispetto al cavallo – spiega ancora Capua – comportano un forte miglioramento di tutte le sensibilità: visiva, oculare, acustica, tattile, olfattiva. Cavalcare dà l’esatta percezione del proprio corpo in relazione allo spazio e all’ambiente”.

Altri effetti benefici dell’equitazione
“Inoltre, consente una maggiore consapevolezza di se stessi – precisa il dottor Capua – con effetti fisici e psicologici notevoli. Andare a cavallo stimola l’attenzione, la concentrazione, la capacità di orientamento, l’interesse, la memoria, il velocizzarsi dei riflessi, l’agilità, la destrezza e l’equilibrio. E’ anche uno sport molto educativo per i giovani ed è particolarmente indicato per le persone ansiose o sotto stress”.

Buone chance per dimagrire
Una passeggiata equestre a buona andatura di medio galoppo serve a mantenersi in forma, a dimagrire e a bruciare calorie. L’equitazione comporta secondo studi recenti un consumo calorico variabile secondo il tipo d’andatura del cavallo: se è al passo (andatura tranquilla) si “bruciano” a 2,8 calorie all’ora per chilogrammo di peso corporeo del cavaliere; se è al “trotto”, 4 calorie; al galoppo si raggiungono le 6,3 calorie all’ora per chilogrammo di peso.

Alcune controindicazioni
“Nel caso di malattie della colonna vertebrale, come per esempio la scoliosi grave – tiene a precisare il dottor Panella – ma anche in presenza di ernia del disco in forma complicata, alcune cardiopatie gravi e croniche, da valutare caso per caso con il proprio cardiologo, è consigliabile evitare di praticare l’equitazione. Devono infine astenersi le donne in stato di gravidanza”.

Traumi tipici dell’equitazione
“I più seri sono i traumi della colonna vertebrale – precisa il dottor Panella – infatti, in seguito a una caduta, si può compromettere la sensibilità dei neuroni del midollo spinale, che corre all’interno della colonna vertebrale. Il trauma cranico è un altro incidente frequente e imprevedibile che può avere conseguenze serie. Perciò è necessaria molta prudenza da parte del cavaliere, che non deve mai dimostrarsi troppo sicuro di sé e abbassare “la guardia”, soprattutto se intende cimentarsi con gli ostacoli. Da non trascurare il “colpo di frusta”, detto anche trauma da estensione e flessione, che costituisce un evento frequente fra i cavalieri. E’ molto simile a quello tipico da tamponamento in automobile, dovuto al contraccolpo per un arresto improvviso del cavallo o a un cambiamento brusco dell’andatura. Si tratta di un trauma che va curato tempestivamente portando, al più presto, la persona infortunata presso un centro traumatologico dove si provvederà ad immobilizzare l’articolazione del collo con un apposito tutore”.

Rivolgersi ad un bravo istruttore
“Per non incorrere in infortuni o incidenti facilmente evitabili – è il consiglio del dottor Capua – occorre prestare molta attenzione alle indicazioni dell’istruttore e non fare di testa propria. Serve anche una buona preparazione atletica di base, una capacità muscolare adeguata per cavalcare senza problemi e per poter “guidare” con fermezza il cavallo per mezzo delle redini. Una visita medica generale e completa in un centro specialistico di medicina dello sport è utile per verificare le capacità del cuore e per monitorare i valori di routine del sangue e delle urine. L’età adatta per cominciare a cavalcare è dai 6 ai 10 anni”.

Cos’è l’ippoterapia
Si tratta di cure che interessano diverse specialità della medicina e consentono all’individuo di partecipare attivamente alla fase di recupero da una particolare malattia o alla riabilitazione vera e propria grazie al rapporto di fiducia, amicizia e rispetto reciproco che si stabilisce con il cavallo, animale molto intelligente. Ciò accade per esempio nel disabile, che interagisce con l’animale riuscendo a sentirsi protagonista. Grazie alle diverse andature del cavallo (che influiscono sul baricentro del cavaliere, con continui spostamenti e ondeggiamenti) è possibile infatti agire sulle difficoltà neuromotorie del malato facilitando la regolazione del tono muscolare, dell’equilibrio e della coordinazione, ottenendo un migliore assetto del corpo nelle diverse posizioni dello spazio.

Il cavallo per i disabili
Si applica in persone con problemi fisici e mentali o con disturbi neurologici e muscolari, della comunicazione e del comportamento. Gli effetti positivi sono sia fisici (rilassamento muscolare, migliore controllo della postura, dell’equilibrio, della coordinazione motoria e potenziamento del tono muscolare) sia psichici (maggiore interesse nella socializzazione, aumento dell’autostima e della fiducia in se stessi, capacità di apprendimento più spiccate). L’inserimento in un gruppo di altri “cavalieri” ed il coinvolgimento nel gioco e nell’attività sportiva favoriscono quella dimensione sociale e ricreativa necessaria per lo sviluppo armonico della personalità dell’individuo portatore di handicap. Inoltre, influisce positivamente anche il rapporto con il maneggio e con tutti gli operatori che, al di fuori dei tradizionali canoni sanitari, forniscono un ambiente stimolante e rassicurante.

E’ uno sport costoso, ma cavallo e attrezzatura si possono noleggiare
Un buon cavallo giovane si può acquistare con 2500-3000 Euro. Molto spesso le cifre salgono. Mantenerne uno è costoso, richiede tempo, applicazione e dedizione quasi totale. Tuttavia, si può ovviare al problema frequentando le lezioni d’equitazione e cimentandosi con i cavalli messi a disposizione. Anche i corsi d’equitazione sono dispendiosi: si aggirano dai 300-600 Euro in su al mese. Prima, però, bisogna pensare anche all’abbigliamento adatto: l’esborso medio iniziale – tutto compreso – va dai 500-600 Euro in su. Ci si può consolare pensando che la spesa completa si fa una volta sola. Se, però, si raggiungono livelli agonistici sono necessari nuovi indumenti adatti, da competizione.

A cura di Umberto Gambino

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