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Alimentazione

Esistono formaggi magri?

06/08/2013

Anche nella stagione calda non riusciamo a farne a meno. Il formaggio è talmente radicato nella nostra cultura alimentare che spesso tendiamo a consumarne in eccesso e questo può spesso implicare una dieta eccessivamente ricca in grassi saturi.
Già, perché nell’immaginario collettivo molti formaggi, tra questi quelli definiti estivi perché freschi e pratici da consumare, vengono considerati magri e quindi ingeriti senza le dovute attenzioni. Ma è proprio così? Lo chiediamo alla dottoressa Stefania Setti, medico nutrizionista di Humanitas Gavazzeni.

Dottoressa Setti, quali sono i formaggi che possono essere considerati davvero magri?

Nessuno: non esistono formaggi magri in assoluto. La distinzione che può essere fatta, piuttosto, è quella tra formaggi freschi e formaggi stagionati. Nel caso dei primi, che a parità di peso contengono una maggiore quantità di acqua, la porzione può essere un po’ più abbondante.

La mozzarella, il fior di latte, e altri ancora non sono dunque formaggi così magri come si dice…

No, non lo sono. Tanto per avere un’idea, mozzarella, fior di latte, ma anche crescenza, scamorza e stracchino hanno una percentuale di grassi che si aggira attorno al 20-25%. Cioè, ogni 100 g di prodotto, 20-25 sono di grassi. La robiola è ancora meno magra: arriva anche al 27%.
Il latticino che contiene la minor percentuali di grassi è la ricotta. Se è fatta con latte di bufala contiene il 17% di grassi e se invece è di latte di mucca, capra o pecora la presenza di grassi scende addirittura all’11%.

Quindi quale dovrebbe essere la frequenza di consumo dei formaggi?

Il formaggio frequentemente è troppo presente nella dieta soprattutto nella stagione estiva. Bisogna invece controllarne la frequenza di consumo, limitandola a non più di 2-3 volte la settimana. Con un’accortezza: il formaggio andrebbe sempre consumato come alternativa proteica ovvero come sostituto di carne, pesce, uova, legumi o prosciutti e non in aggiunta oppure nella composizione di piatti unici quindi come condimento di un primo piatto a base di cereali quali pasta, riso, orzo e farro.

 

 

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