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Alimentazione

Calcoli, in estate attenzione alle bibite!

03/07/2013

Con la stagione calda è ancora più importante idratarsi e se di tanto in tanto può far piacere una bibita fresca, l’acqua deve essere la nostra principale fonte di liquidi. Un’indicazione che trova un’ulteriore conferma in uno studio americano del Brigham and Women’s Hospital di Boston. La ricerca, pubblicata sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, rivela che è sufficiente una lattina di bibita dolce al giorno per aumentare del 25% il rischio di calcoli renali. Ne parliamo con il dottor Guido Giusti, Responsabile dello “Stone Center” di Humanitas.

Le bibite zuccherate causano infatti un aumento dell’escrezione di calcio nelle urine favorendo l’insorgenza di calcolosi reno-ureterale. Inoltre, alcuni ingredienti tipici dei dolci (cacao) sono particolarmente ricchi di ossalato e aumentano quindi in modo esponenziale il rischio litogeno.

I componenti più frequenti dei calcoli delle vie urinarie sono l’ossalato di calcio e l’acido urico. Più rari sono il fosfato e il carbonato di calcio oltre che la cistina.

 

Meglio evitare anche sale e proteine

I calcoli insorgono per una predisposizione genetica che determina da una parte una calcemia più alta della norma ma anche e soprattutto dalla carenza di citrati che sono riconosciuti come i più potenti inibitori della litogenesi. Rispetto all’alimentazione invece, occorre prestare attenzione alle sostanze acidificanti che alterano il metabolismo del ph: oltre alle bevande dolcificate, non bisogna esagerare con l’assunzione di sale e di proteine. È importante bere almeno due litri d’acqua al giorno, anche tre nelle giornate più calde, recuperare la sana dieta mediterranea e consumare dunque frutta e verdura in quantità, prestando attenzione alle proteine e preferendo comunque quelle magre come carni bianche e pesce.

 

Eliminare del tutto il calcio: un errore da non fare

Fino ad alcuni anni fa ai pazienti che avevano sofferto di calcolosi veniva suggerito di eliminare gli alimenti ricchi di calcio dalla propria alimentazione; questo perché il calcolo è fatto prevalentemente di calcio perciò ridurne l’apporto significava limitare la probabilità di formazione. Uno studio italiano ha però dimostrato che una dieta ipocalcica può aumentare le recidive, anziché diminuirle.

Il calcio nell’intestino riduce l’assorbimento dell’ossalato, per cui una riduzione di calcio nella dieta può portare a un aumento di assorbimento intestinale di ossalato. Il consiglio è dunque non privarsi del calcio, ma ridurne l’apporto alimentare.

 

A cura di Valeria Leone

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