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Alimentazione

Calcolo del peso forma, cambia il BMI?

06/02/2013

Il BMI (Indice di massa corporea) è un parametro cui si ricorre per valutare il proprio peso corporeo. Un matematico ne mette in luce alcuni limiti e propone una nuova formula. I professionisti di Humanitas ci spiegano come questa proposta, in realtà, non abbia rilevanza dal punto di vista clinico.

 

L’idea si deve a Nick Trefethen, docente di analisi numerica alla Oxford University: sostituire il BMI con una nuova formula matematica, elaborata da alcuni ricercatori dell’università britannica. Il motivo? Secondo il matematico l’indice di massa corporea sarebbe viziato perché penalizzerebbe le persone molto alte (che risultano troppo grasse) e favorirebbe quelle più basse (che risultano magre). L’indice di massa corporea si calcola dividendo peso per altezza al quadrato, espressa in metri.

Che l’Indice di massa corporea avesse dei limiti non è una novità in campo medico. Questo studio però, per quanto interessante, resta tale, non vi sono dati medico-scientifici che mostrino i reali vantaggi clinici; il calcolo del BMI non è cambiato nella sua sostanza, il docente britannico ha solo messo in luce uno dei diversi difetti che l’indice presenta suggerendo un modo per migliorarlo.

Il valore del BMI

Il BMI è importante da un punto di vista prospettico ed epidemiologico, ma perde valore sul singolo soggetto perché non tiene conto della composizione corporea. Prendiamo come esempio un atleta: il suo indice di massa corporea sarà alto, perché possiede molta massa muscolare, secondo i parametri del BMI potrebbe risultare sovrappeso, mentre di fatto non lo è. Una donna con un BMI di 24,9 è considerata normopeso, ma il limite per passare al sovrappeso è 25, quindi forse a questo soggetto gioverebbe perdere qualche chilo. Se dunque l’indice di massa corporea è rilevante in medicina e in epidemiologia, clinicamente lo è di meno.

Il valore della circonferenza della vita

Il dato clinico significativo è la misura della circonferenza della vita: una stima semplice ma che meglio riflette la localizzazione del grasso corporeo a livello addominale, cui molte ricerche scientifiche danno un valore clinico. Difatti, maggiore è la deposizione di grasso a livello addominale, viscerale e maggiore è il rischio cardiovascolare. Questo è legato al fatto che il tessuto adiposo, specie se depositato a livello viscerale, produce una serie di sostanze con azione negativa sul controllo cardiovascolare e metabolico.

Il calcolo della circonferenza fornisce riscontri interessanti: è stato osservato che nella razza caucasica (bianca) gli uomini con una circonferenza superiore a 102 e le donne superiore a 88 hanno un aumentato rischio cardiovascolare. Se il valore maschile è inferiore a 94 e quello femminile a 80, abbiamo livelli ottimali; se infine le donne hanno una circonferenza compresa tra  80 e 88 e gli uomini tra 94 e 102 cm scatta il semaforo giallo e suona il campanello d’allarme. Il calcolo della circonferenza della vita risulta dunque essere un parametro fondamentale per dare un valore clinico alle “dimensioni” di ognuno. A parità di BMI, a seconda della circonferenza la prognosi può cambiare.

Occorre quindi stare attenti: un BMI alto non rappresenta automaticamente un problema, quello che conta è la distribuzione della massa corporea, la quantità di tessuto adiposo e quella di tessuto muscolare.

 

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